Sulla carta non c’è partita. “Movimento Cinque Stelle 14, Partito democratico 7, Liberi e Uguali 2: totale, 23 su 40…”, tirava ieri le somme, pallottoliere alla mano, un autorevole esponente della Commissione di Vigilanza in vista della seduta di oggi a Palazzo San Macuto. Dove una maggioranza alternativa (M5S, Pd e LeU) a quella di Governo (M5S e Lega) potrebbe chiudere definitivamente la querelle sul doppio incarico di Marcello Foa, presidente di Rai Spa e, allo stesso tempo, della consociata RaiCom. Interpellate da La Notizia, fonti parlamentari di entrambi i gruppi di minoranza hanno confermato l’intenzione di convergere sulla risoluzione a prima firma del vice presidente della commissione, il grillino Primo Di Nicola, per notificare a Foa l’avviso di sfratto dalla seconda poltrona di RaiCom.
PUNTATE PRECEDENTI. “Salvo ulteriori ripensamenti da parte dei Cinque Stelle…”, ironizza uno dei commissari di minoranza della Vigilanza. Chiara allusione all’incredibile spaccatura registratasi tra i grillini la settimana scorsa, che ha costretto il presidente della Commissione, Alberto Barachini, a rinviare la seduta costatata la mancanza del numero legale dopo l’abbandono dell’aula proprio da parte dei Cinque Stelle. Ma cosa era successo? Ad accendere la miccia, la proposta del leghista Massimiliano Capitanio di spostare dalla Vigilanza a Viale Mazzini la decisione sul destino di Foa, chiedendo ai vertici dell’azienda l’impegno a definire una volta per tutte la questione del doppio incarico alla luce dello Statuto Rai.
Un emendamento irricevibile per Di Nicola che ha chiesto di integrare il testo della Lega impegnando la Rai a valutare di procedere ad un’ulteriore votazione per individuare un nuovo presidente di RaiCom. Controfferta, però, respinta dal Carroccio. A questo punto il grillino Gianluigi Paragone, avrebbe spinto per appoggiare l’emendamento della Lega, entrando in conflitto con lo stesso Di Nicola, il primo a sollevare il problema del potenziale conflitto di interessi di Foa nel doppio ruolo di controllore (presidente Rai) e controllato (presidente della consociata RaiCom), ma finito in minoranza al termine di una tesa votazione last minute, improvvisata tra i grillini nei corridoi di Palazzo San Macuto. Fino al nuovo contrordine, con i commissari M5S che hanno lasciato l’aula facendo mancare il numero legale.
INTESA RITROVATA. “Di Nicola e Paragone dopo tante dichiarazioni ufficiali anche in commissione saranno conseguenti o faranno un’umiliante retromarcia?”, incalzava ieri il dem Michele Anzaldi. “Stavolta non ci saranno sorprese, siamo determinati ad andare fino in fondo”, rassicura uno dei commissari del Movimento. Insomma, l’ordine sarebbe partito. Se tutti lo abbiano ricevuto forte e chiaro si verà solo stamattina. Di certo, lo stop alla doppia poltrona di Foa per i Cinque Stelle è un’occasione da non lasciarsi sfuggire per pareggiare i conti con gli alleati di Governo dopo il colpo basso subito dai grillini sulla norma salva-Radio Radicale, approvata alla Camera col voto decisivo della Lega.