Prima Luigi Di Maio e poi Matteo Salvini: i due vicepremier confermano una notizia che i tanti risparmiatori truffati aspettavano da mesi. Da una prte è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale la norma relativa al fondo da 1,5 miliardi per i truffati; e dall’altra si allarga la platea di coloro che potranno avanzare richiesta di rimborso grazie a una norma inserita nel decreto Crescita, in corso di conversione in legge. “Questo non è il Governo delle banche o delle multinazionali, questo è il Governo degli italiani – ha scritto infatti ieri su Facebook Di Maio – E proprio per questo abbiamo lavorato per raggiungere un altro obiettivo: ancora più risparmiatori truffati dalle banche riceveranno l’indennizzo che spetta loro. È un risultato che otteniamo grazie a un emendamento presentato al decreto Crescita. Ci sarà meno burocrazia per risarcire il prima possibile e in modo diretto tutti i risparmiatori!”.
Dopo poche ore a confermare l’annuncio di Di Maio, è il collega Salvini che, sempre, su Facebook, aggiunge un altro tassello fondamentale: “Buone notizie, è stato pubblicato in gazzetta decreto per i risparmiatori” ci sono “1,5 mld di euro a disposizione di italiani rovinati, da banchieri e dalla politica che non ha fatto nulla, e dall’Europa con il bail-in contro cui ci siamo battuti come Lega”. Insomma, una combo importante tra il fondo divenuto ufficiale e la platea che si allarga, come spiegato anche dal sottosegretario all’Economia Massimo Bitonci (nella foto): “Esprimo grande soddisfazione. La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è un primo risultato concreto, che premia l’impegno della Lega per superare lo stallo e le criticità e ristorare i truffati che hanno perso i risparmi di una vita. Nel decreto Crescita – sottolinea poi Bitonci – abbiamo inserito il rimborso diretto per una platea molto ampia, pari al 90% degli interessati, e il rinvio per tutti gli altri alle verifiche da parte di una Commissione ad hoc, anche attraverso la preventiva tipizzazione delle violazioni massive”. Esattamente come detto da Di Maio. Nel dettaglio, l’emendamento inserito prevede che nel calcolo del reddito Irpef 2018 per l’accesso agli indennizzi, la soglia dei 35mila euro per accedere al “binario” automatico e più veloce venga valutata escludendo prestazioni di previdenza complementare.
PROSSIMO OBIETTIVO. All’indomani della riunione operativa di Palazzo Chigi tra Salvini, Di Maio e Giuseppe Conte, dunque, pare proprio che il Governo sia ripartito a mille e, soprattutto, con piena convergenza sui prossimi obiettivi da raggiungere. Restando sul fronte banche, il prossimo traguardo è dare il via alla Commissione Banche, altro anello di una catena delicata ma su cui tanto i Cinque stelle quanto la Lega non vogliono mollare. A dirlo chiaramente è stato ancora una volta Di Maio: “Che sia chiaro: non ci fermiamo ai rimborsi, chi ha sbagliato deve pagare. Anche per questo serve subito la commissione d’inchiesta sulle Banche!”, conclude il suo lungo post su Facebook.
La legge (datata 26 marzo ) che istituisce la Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario è entrata in vigore il 16 aprile scorso, ma finora è rimasta in stallo. Il provvedimento, che è stato al centro delle polemiche politiche (dopo le osservazioni del capo dello Stato Sergio Mattarella in occasione della promulgazione), dovrà, tra l’altro, verificare l’operato degli istituti di vigilanza e appurare l’esistenza di possibili conflitti di interessi, indagando anche sull’utilizzo di strumenti derivati, sui super-compensi dei manager o sul calcolo dei tassi di usura. Argomenti importanti per comprendere le responsabilità sui fallimenti delle banche negli anni passati. Domande che, per ora, restano ancora senza risposta.