“Neanche Renault è contenta dell’interventismo dello Stato fracese. Quella era un’operazione di mercato”, taglia corto il ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio, commentando davanti ai microfoni di Radio 24 la fallita fusione tra Fca e Renault. “Se si fa mercato, una grande azienda parla con la sua omologa, non è che interferiscono ministri e presidenti della Repubblica – spiega il vicepremier -. La Francia non ha fatto una bella figura”. Quanto alle accuse dei sindacati sulla presunta assenza del Governo nella vicenda, Di Maio taglia corto: “Noi abbiamo rispettato quel momento che vedeva trattativa di mercato”.
E adesso? Dopo il clamoroso stop all’accordo con Renault, Fca è pronta ad andare avanti da sola, ma i dialoghi con potenziali partner sono destinati a continuare e anzi, se possibile, a moltiplicarsi. Una ricerca, quella di un’alleanza, in cui si intrecciano considerazioni industriali e politiche, oltre alla necessità di fare massa per affrontare le necessità di un settore dell’auto in profonda trasformazione, BPIfrancee che potrebbe anche portare Fca a guardare di nuovo fuori dall’Europa. Altre piste potrebbero portare verso la Corea del Sud, dove ha sede Hyundai mentre alla finestra ci sono sempre i cinesi di Geely, che hanno gia’ comprato Volvo e che si erano fatti avanti senza ricevere una risposta alle loro avances.