Se non fosse per lo scandalo esploso in questi giorni ben pochi tra quelli che non lavorano con una toga indosso conoscono l’attività del Csm. L’autogoverno dei magistrati, che dovrebbe assicurare l’autonomia della stessa magistratura e che tra correnti e veleni sembra essersi trasformato in terreno si scontro feroce, però lavora tutto l’anno su promozioni, trasferimenti, assunzioni e punizioni e costa 50 milioni di euro l’anno. Lo scorso anno a Palazzo dei Marescialli sono riusciti a fare economia, incassando 50 milioni appunto e spendendone poco più di 33.
Le spese però sono notevoli e gli stipendi per chi da giorni è immerso in una delle zuffe peggiori che il Consiglio presieduto dal Presidente Sergio Mattarella ricordi sono di tutto rispetto. I compensi per i componenti del Csm lo scorso anno sono stati pari a 7,3 milioni di euro e quelli per il personale amministrativo a 24 milioni. Ben 17,7 milioni sono poi andati per l’acquisto di beni e servizi. Per una struttura che ha goduto anche di quasi 36 milioni di euro di finanziamenti europei, le indennità per i soli componenti laici del Parlamento sono state pari a un milione e mezzo di euro e quelle di seduta per i componenti del Csm a 2,1 milioni.
Il trattamento per le toghe di Palazzo dei Marescialli è niente male. Chi non risiede a Roma, solo per le spese di viaggio e le indennità di missione, ha percepito un milione e mezzo di euro, senza contare che 120mila euro sono stati investiti per chi ha fatto spese all’estero e 1,2 milioni per le indennità alle toghe addette alle segreterie e agli uffici. Un Palazzo in cui sembra siano necessari anche gli straordinari, costati 855mila euro, e dove solo per rilegare libri, riviste e giornali si spendono 165mila euro. Tutto caro. Per la carta e la cancelleria sono stati necessari 116mila euro, per acquistare o riparare mobili 135mila euro e 400mila euro solo per le pulizie. L’etichetta poi non può essere messa da parte.
Ecco dunque che 75mila euro sono stati investiti nell’abbigliamento degli autisti. E anche chi viene convocato a Palazzo dei Marescialli può stare tranquillo che non dovrà mettere le mani nelle proprie tasche per pagarsi il viaggio fino a Roma: ai magistrati e agli amministrativi che si sono dovuti recare al Csm sono stati infatti dati 400mila euro di rimborsi. Tutto in buona parte sulle spalle dello Stato, che con la legge di stabilità ha elargito 20 milioni di euro.