“Il Movimento Cinque Stelle non sta assecondando la Lega, ma rispettando il contratto di Governo”. Non ha dubbi la deputata M5S, componente della commissione Giustizia di Montecitorio, Valentina Palmisano. L’agenda dell’Esecutivo Conte, del resto, resta proprio “quella dettata dal contratto”. Come, d’altra parte, “i numeri in Parlamento restano sempre quelli decretati dalle urne il 4 marzo 2018”.
Dal premier Conte è arrivato un ultimatum: o si governa o tutti a casa. Ma con la Lega che dopo l’exploit delle Europee ha, di fatto, iniziato a dettare l’agenda all’Esecutivo come si porrà il Movimento 5 Stelle?
“È ora di mettere da parte lo stato di eccitazione post elettorale, come lo ha definito il presidente Conte. Il suo, ieri (lunedì, ndr), è stato un messaggio chiaro e franco: bisogna ricreare le stesse condizioni grazie alle quali il Governo ha operato durante il suo primo anno di mandato. L’agenda è quella dettata dal contratto, i numeri in Parlamento restano sempre quelli decretati dalle urne il 4 marzo 2018 e l’interesse prioritario rimane quello dei cittadini. Questa è la strada, questo l’approccio del Movimento”.
La Lega insiste su Flat tax, Autonomie, Tav, ricontrattazione dei parametri europei. A che prezzo il Movimento 5 Stelle è disposto ad assecondare Salvini per tenere in vita il Governo?
“Alla base c’è un grosso equivoco: sembra che sia mutato il perimetro del contratto di governo, ma non è così. I parametri dell’azione dell’Esecutivo sono sempre quelli, quindi non stiamo assecondando nessuno, ma rispettando l’accordo”.
I rapporti di forza tra i contraenti dell’alleanza gialloverde sono stati ribaltati dal risultato delle Europee. A parole tutti negano, ma non crede che un rimpasto a questo punto sia nei fatti oltre che nei numeri?
“Al momento non sono pervenute richieste di rimpasto al presidente del Consiglio, né dall’una né dall’altra forza politica di maggioranza. Questo è il dato di fatto, tutto il resto è ‘gossip’ politico e non fa bene al lavoro che stiamo portando avanti in questi giorni, ossia il ritorno a un clima di distensione e alla piena operatività dell’azione governativa”.
Inutile girarci intorno: il 17% delle Europee, per dirla con le parole di Di Battista, è stata la scoppola più grande nella storia del Movimento. Non teme che tenendo in vita il Governo la Lega continui ad avvantaggiarsene a spese dei Cinque Stelle?
“Parlare di ‘riorganizzazione’ e fare un’analisi ben precisa del voto per le Europee, all’indomani del 26 maggio, non è servito a giustificarsi per un risultato penalizzante, ma ad avviare una reale opera di ‘ristrutturazione’ del Movimento a tutti i livelli. Troveremo risposte e soluzioni guardando all’interno, ai cittadini e ai territori. I paragoni con la Lega sono inopportuni e fuorvianti”.
Siete stati criticati all’inizio dell’esperienza di Governo perché troppo appiattiti sulle posizioni della Lega, ma quando Di Maio ha cambiato strategia entrando in competizione con Salvini, il Carroccio ha sfondato il muro del 34% alle Europee. Quali errori avete commesso e cosa contate di fare per correggere la rotta?
“Lo ripeto, la risposta è dentro di noi e in quella parte del Paese che non si è recata alle urne perché si è sentita trascurata. Il Movimento è una forza politica in continua trasformazione proprio perché non risponde ai canoni dei vecchi partiti, articolati in segreterie politiche e piccoli potentati locali di portatori di voti. A quegli stessi cittadini delusi ci riavvicineremo grazie a formule nuove, convincenti e capillari di presenza sui territori”.