di Maria Giovanna Maglie
Venghino signori venghino, che qui si pacifica a giorni alterni poi si torna in guerra a colpi di puntute dichiarazioni, e si sta insieme al governo ma si sta separati e di brutto altrove; di venerdì in venerdì si proclamano riforme costituzionali, ma sono solo commissioni pletoriche di presunti saggi, pardon commissioni di garanzia, si annunciano misure fondamentali per il lavoro ai giovani ma non si riescono neanche a convocare gli interlocutori giusti; ci si sbraccia a salutare la signora Merkel ma lei è peggio del gorilla stupratore della barzelletta, non saluta, non telefona, neanche una cartolina. L’austerità non si porta più, anzi il Fondo Monetario ora dice che la Grecia l’hanno ammazzata, pure su Equitalia è sorto qualche dubbio, ma di abbassare le tasse e tagliare la spesa pubblica non se ne parla, chi se la prende la responsabilità. A Roma arriva una sentenza di assoluzione solo parziale per la morte di Stefano Cucchi, e quella si che si discute, non è mica una condanna al Cav; una manifestazione a Terni interrompe il passaggio dei treni, ma ci va pure il sindaco, che sarà mai un’ora nella vita di un povero pendolare, di un turista in gita, poi il sindaco si becca un’ombrellata da un manifestante e diventa subito una manganellata della polizia fascista, e tutti a scusarsi nel governo per le violenze, chissà quali violenze.
Chissà com’è che Angelino Alfano si sente sollevato perché i poliziotti non si sono comportati da picchiatori e non fa un frizzo dopo aver fatto consegnare una donna e una bambina di sei anni moglie e figlia rispettivamente di un oppositore politico alla dittatura del Kazakistan, e pure a tempo di record. Però per fortuna si va al Gay pride di Palermo, manco si facesse per la prima volta nel mondo e non fosse solo folklore ed esibizione.
Come se non fosse solo folklore ed esibizione che la maggior parte degli omosessuali disdegna, si va dietro la guida autorevole e pensosa del presidente della Camera, e del ministro dello Sport, siamo ansiose di vedere le mises d’occasione delle due ardimentose signore, che marciano così tanto avanti a tutti noi. Dimenticavo: abbiamo deciso che gli ogm sono creature del male, e alla sigaretta, a fumo o a vapore che sia, lotta senza quartiere. Questo governo è un disastro, inutile negarlo, oppure sembra tale perché ci si ostina a fingere che non sia un ripiego, un balneare, una minoranza di passaggio qualunque, e che la condizione di Enrico Letta non sia diversa da quella di certi statisti, ben più avveduti però, della Prima Repubblica, o del Cav nel 1994 piuttosto che di Romano Prodi nel 2006.
Sotto attacco o sotto tutela fa poca differenza, la confusione è assicurata in tutti e due i casi, e la sensazione che l’esecutivo di larghe intese o di servizio -la cui durata re Giorgio Napolitano ha stabilito, meglio avrebbe, ma non permette a nessuno di dire che così è- sia appeso al vuoto, con i suoi personaggi in equilibrio precario come le statuine di uno di quei presepi casalinghi, eppure fintamente al proprio posto, intenti a fare qualcosa. Gli attacchi arrivano intanto da tutti i fronti, e sono colpi durissimi per destabilizzare l’ esecutivo. Esageriamo? Leggete e giudicate. “Berlusconi dovrebbe garantire una stabilità di due anni al governo, solo così si potranno varare le riforme”, ha avvertito il segretario del Pd Guglielmo Epifani in una intervista alla Stampa nella quale affossa il presidenzialismo. Proprio l’elezione diretta del capo dello Stato è il grimaldello usato da alcune parti del Pd per creare uno scontro con Letta. Non c’è giorno che Renzi non bastoni il governo per accreditarsi alla corsa per la segreteria del partito. “Io spero che Letta abbia successo. Lo stimo, abbiamo un bel rapporto. Apprezzo il suo equilibrio; mi convincerà meno se cercherà l’equilibrismo. Non so fino a quando potremo governare con Schifani e Brunetta, i loro capigruppo. Il governo dura se fa le cose”, spiega il sindaco di Firenze in una intervista al Corriere della Sera. “È un democristiano che democristianizza ancor di più il Pd e finirà per spaccarlo – si infiamma subito Renato Brunetta – se vincerà lui, cadrà il governo”. Ad oggi il nemico peggiore di Letta è il Pd stesso, dilaniato da un caos interno senza precedenti. Il Pd cambia segretario come le camicie è un partito indeciso su tutto”. Per chi non avesse capito:“Io sono stato sempre per i cinque anni. I governi non sono come lo yogurt, se governano durano cinque anni. 18 mesi è il tempo per fare le riforme istituzionali altrimenti è meglio lasciar perdere”. Arriva di rincalzo Sandro Bondi “Certi giudici stanno ostacolando quella pacificazione che è sempre di più necessaria per il futuro dell’Italia”, e “Il Pd dovrebbe capire che, se il ruolo politico del presidente Berlusconi viene continuamente messo in discussione da un evidente accanimento di una parte della magistratura nei suoi confronti, cio’ non agevolera’ di fatto il lavoro del governo”. Il coordinatore Pdl spiega di aver “ascoltato e letto le dichiarazioni del presidente Letta e del segretario del Pd, Epifani, e ho il timore che essi non comprendano appieno, forse – riconosce – privatamente si’, le vere intenzioni politiche del presidente Silvio Berlusconi, nonche’ le ingiustizie che da troppo tempo subisce”. “Infatti – assicura – non c’e’ nessuno piu’ convinto di Berlusconi dell’opportunita’ che questo governo ha di dare delle risposte efficaci alla crisi economica e di varare finalmente le riforme istituzionali”. Che bella confusione, no? Dimenticavo, è sempre Brunetta ad annunciare che “sono in corso le raccolte di firme dei radicali sul referendum sulla giustizia: ci sarà grande attenzione mia personale e del Popolo delle libertà”.Di lotta e di governo. Speriamo che queste maledette sentenze arrivino presto, almeno comincia la guerra finale.