Doccia gelata per i dipendenti della Whirlpool di Napoli. Dopo sette mesi dall’accordo quadro raggiunto dall’azienda con i sindacati per il trasferimento della produzione di lavatrici in Italia e zero esuberi nel 2021, la multinazionale americana ha fatto sapere di voler vendere lo stabilimento campano. Una scelta del tutto inattesa che i vertici dell’azienda hanno comunicato ieri ai sindacati nel corso di un incontro sul piano industriale. E ora a rischiare il posto sono ben 430 lavoratori. Quel che è certo è che la mossa della multinazionale americana ha davvero scontentato tutti. Una scelta azzardata e giudicata irrispettosa da dipendenti, sindacati e, soprattutto, dal ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio. Proprio quest’ultimo, sembrato estremamente colpito dalla vicenda, è pronto a dare battaglia.
TUTTI SCONTENTI. Per farlo il leader pentastellato ha convocato un tavolo di crisi del Mise per martedì 4 giugno. Ma ancor prima aveva tuonato contro i vertici dell’azienda: “Quanto è successo con Whirlpool è molto grave, perché a seguito della loro decisione unilaterale viene chiuso lo stabilimento di Napoli senza alcuna tutela dei 430 lavoratori coinvolti”. Ma c’è di più perché così: “Viene deliberatamente stralciato, sempre in via unilaterale, l’accordo firmato lo scorso 25 ottobre al ministero dello Sviluppo economico con cui l’azienda si impegnava nel nostro Paese con un piano industriale triennale da 250 milioni di euro”.