La Guardia di Finanza di Roma, su delega della procura di Perugia, ha perquisito, questa mattina, l’abitazione del pm romano ed ex presidente dell’Anm, Luca Palamara, indagato per corruzione nell’ambito dell’inchiesta sui rapporti con il lobbista Fabrizio Centofanti. Palamara, da consigliere del Csm, secondo la contestazione che la Procura di Perugia ipotizza a suo carico, avrebbe ottenuto “viaggi e vacanze (soggiorni presso svariati alberghi anche all’estero) a suo beneficio e a beneficio di familiari e conoscenti” e altre regalie da parte di Centofanti per conto dell’uomo d’affari Piero Amara e del suo difensore, l’avvocato Giuseppe Calafiore, già indagati nell’inchiesta che coinvolge il magistrato romano.
“Si susseguono notizie relative a indagini nei confronti di magistrati – afferma in una nota il presidente dell’Anm Pasquale Grasso -, anche ex componenti del Csm. Trattandosi di procedimento in corso, non intendo commentare se non per rimarcare il fatto che la magistratura adempie costantemente al proprio ruolo istituzionale e costituzionale nei confronti di qualsiasi soggetto. Ivi compresi gli stessi magistrati”.
“Non ravviso alcun elemento di correlazione, salvo emersione di diversi elementi che allo stato non mi pare superino il livello della mera illazione”, ha aggiunto Grasso riferendosi all’inchiesta che vede indagato Palamara e la nomina che il Csm dovrà fare per la guida della Procura di Roma. “Il procedimento che condurrà a detta nomina – spiega il presidente dell’Anm – è in corso nella sede costituzionalmente prevista, e nel rispetto delle norme di legge. Ogni altro commento mi parrebbe un ulteriore indebito tentativo di interferenza sull’attività del Consiglio”.