A urne chiuse, nel bel mezzo di una fase politica di grande fibrillazione, a rendere la fase ancora più critica arriva anche il pressing dell’Unione europea. Nei prossimi giorni arriverà una lettera a Roma che dovrebbe certificare uno scostamento rispetto agli obiettivi europei di ben 11 miliardi. Jean-Claude Juncker lo anticipa a Giuseppe Conte, in un colloquio a margine della cena dei leader Ue, a Bruxelles. Il 5 giugno, con ogni probabilità, verrà richiesta all’Italia una correzione dei conti se vuole evitare che scatti la procedura d’infrazione per debito eccessivo.
Il premier, con il ministro Giovanni Tria, proverà a trattare per scongiurarlo. Ma Matteo Salvini parte all’attacco: “C’è qualcuno che ha convenienza a tenere il Governo italiano vincolato a regole vecchie, che tengono il Paese sotto scacco”, attacca il vicepremier, in una diretta Facebook dal tetto del Viminale. E riparte lancia in resta contro le regole europee. Tanto proporre anche una “grande conferenza intergovernativa europea su lavoro, crescita, investimenti, debito pubblico e sul ruolo della Banca centrale europea”. La Bce, secondo Salvini, deve diventare garante “di benessere”, con iniezioni di finanziamenti agli Stati, e “garante del debito”.
Silvio Berlusconi, dopo aver incontrato i leader del Ppe, avverte Salvini che, alzando i toni, rischia solo di andare a sbattere: anche perché sarà Juncker, attaccato a più riprese dalla Lega, a gestire il dossier italiano almeno fino all’autunno. Pierre Moscovici, che è in contatto continuo con Tria, spiega che “misure aggiuntive potrebbero essere richieste” subito, mentre le sanzioni sono uno scenario che si cerca di evitare. Il commissario preannuncia insomma la richiesta di una “manovrina”, che alcune fonti quantificano intorno ai 5 miliardi, con parole che per ora hanno l’effetto di frenare lo spread.
Il Governo, intanto, è convinto di aver dato già alcune risposte nel Def: da parte, ricordano dal Governo, ci sono ancora i due miliardi congelati dalla Manovra e pronti a diventare tagli. In più si sottolineeranno l’andamento dell’economia migliore delle previsioni, i risparmi stimati da misure come il Reddito di cittadinanza e quanto si sta facendo su evasione e spending review. Quando arriverà la lettera della Commissione, il Governo avrà due giorni per rispondere.
Juncker ha anticipato, dunque, le linee a Conte, nel colloquio di Bruxelles: la Commissione perfezionerà le sue richieste in una riunione prevista nei prossimi giorni con il resto della Commissione europea, Moscovici in testa. Da lì partirà un lungo negoziato che passerà da una possibile correzione dei conti per evitare le sanzioni che, nel caso dovessero arrivare, sarebbero pesantissime. Ci lavoreranno Conte e Tria, come per la Manovra, ma Salvini questa volta, forte del risultato elettorale, potrebbe rovesciare il tavolo.