da New York
Massimo Magliaro
A dirlo, che era caduta, sono stati per primi, curiosamente, gli sconfitti. Ce ne siamo andati. Poi è stata la volta dei vincitori, il regime. L’abbiamo riconquistata. Qusseir è caduta dopo un anno di assedio da parte delle truppe di Assad. Qusseir è una città di modeste dimensioni a poca distanza dal confine settentrionale del Libano. è uno snodo viario, e quindi strategico. Per i ribelli averla voleva dire avere il controllo facile facile della principale rotta di approvvigionamento per le loro formazioni ed impedire al regime di avere accesso al mare. Su quel pezzetto di costa c’è la principale base russa della zona ma c’è anche la maniera di far entrare dal mare i rifornimenti. Ora Damasco può arrivare alla costa senza problemi di sicurezza. Prossima tappa Homs, della cui provincia Qusseir fa parte. Terza città della Siria ha registrato dall’inizio della guerra oltre ottanta mila cristiani scappati via. Riprendere Homs vorrebbe dire che il regime sta davvero riprendendo il controllo se non di tutta la Siria, almeno delle città più importanti. Poi toccherà ad Aleppo. E questa sarà davvero la madre di tutte le battaglie. Per Assad riavere Aleppo vuol dire impedire che nasca una zona controllata dai ribelli, la zona a nord, al confine con la ostile Turchia. Corsa contro il tempo dunque per arrivare all’appuntamento della Conferenza di pace in Svizzera con le migliori carte in mano da giocare. Il silenzio di Washington sui fatti di ieri la dice lunga sulla prudenza che sta caratterizzando la linea americana da quando si è capito che fra i ribelli c’è molta presenza di Al Qaeda. La conferma della prudenza americana la si è avuta da Netanyahou quando ha detto che Israele non sta dalla parte di nessuno. Il Times ha commentato: Israele preferisce il diavolo che già si conosce piuttosto che i mostri che si possono solo immaginare. La Conferenza era stata annunciata per giugno. Ma andrà bene se si farà entro luglio. Fino ad allora quanto si sarà ingarbugliata ancora la situazione? Saranno arrivati gli S-300 russi? e saranno stati schierati in territorio giordano i Patriots americani? E quante città saranno rimaste nelle mani dei ribelli? Il tempo insomma non lavora per la pace.