Stop al legame tra politica e nomina dei manager della sanità. Il Movimento 5 Stelle non molla uno dei punti che più di ogni altro, forse, è stato responsabile in questi anni dei debiti sanitari che diverse Regioni hanno accumulato e da cui ancora molto spesso non riescono a riemergere. Le proposte di modifica alla normativa esistente sono state avanzate ieri in una conferenza stampa. Sulla scia dello scandalo sanità in Umbria il Movimento ha deciso di accelerare. Nella scorsa settimana è stato infatti calendarizzato in commissione Igiene e Sanità il ddl Castellone (alla Camera c’è invece il ddl Nesci sempre sulla materia).
Ma non solo: i pentastellati hanno anche annunciato la presentazione di un emendamento al decreto legge Calabria (su cui è iniziato l’iter di conversione in legge) che accelera sulla questione e introduce la misura per cui la scelta del direttore generale da parte del presidente di Regione non sarà più discrezionale ma correlata ad una graduatoria e quindi al merito, sulla base di requisiti che siano coerenti con l’incarico da attribuire.
“È oggi più che mai urgente rescindere il legame tra la politica e le nomine dei dirigenti sanitari: il controllo della politica sulla sanità è infatti un tema urgentissimo che, nonostante i numerosi scandali anche recenti, continua ad essere rimandato dai decisori politici”. Ha detto il ministro della Salute, Giulia Grillo (nella foto). La sanità, “è un settore di altissima corruzione; per questo l’autonomia delle Regioni deve essere bilanciata dalla possibilità dello Stato di controllare e sanzionare le Regioni stesse, ma ciò oggi non è possibile”.
Sulla questione è intervenuto anche Luigi Di Maio, che ha sottolineato come sulla questione si attende lealtà massima dall’alleato di Governo e, dunque, da Matteo Salvini. “Il M5S – ha ricordato in una nota il vicepremier pentastellato – ha proposto un emendamento, che si deve votare nelle prossime ore, e che toglie alla politica regionale la possibilità di nominare i dirigenti della sanità per avere negli ospedali” personale che “deve ringraziare il proprio curriculum e non un politico. Nelle prossime ore noi ci aspettiamo che la Lega voti questo emendamento, non vedo perché dovrebbe votare contro un emendamento che libera la sanità delle dinamiche politiche. Ci aspettiamo lealtà perché” la cosiddetta norma anti-raccomandati “è nel contratto di Governo e perché siamo preoccupati per i pazienti e malati italiani”.
Insomma, se la Lega non dovesse votare l’emendamento in questione, presentato al dl Calabria, “si prenderanno le loro responsabilità”, ovvero quella di “andare in giro a dire che bisogna cambiare tutto e poi a Roma fare come la vecchia politica. Io mi auguro non sarà così, anzi sono convinto non lo sarà”. Quello dell’emendamento sarà solo il primo passo per giungere all’approvazione del ddl che, come chiarito da Maria Domenica Castellone, capogruppo M5S in commissione Sanità e prima firmataria del ddl, “è proprio allontanare la politica della sanità. Per questo si prevedono nuovi e diversi criteri di nomina dei direttori generali, sanitari e amministrativi” rispetto al decreto legislativo 171 del 2016.
La proposta M5S, spiega, “prevede che i direttori generali siano scelti dall’elenco di soggetti idonei istituito presso il Ministero della Salute. La selezione sarà fatta da una commissione di 5 membri individuati per sorteggio da un elenco nazionale di commissari aggiornato ogni due anni”. Insomma, una rivoluzione che consentirà di separare politica e sanità.