Martedì scorso era toccato a Banca Intesa, ieri a Poste Italiane. Due tra i maggiori e più profittevoli gruppi nazionali presentano conti stellari, sopra le attese dei rispettivi piani industriali, e come per un identico copione i numeri non sono apprezzati dal mercato e le società vanno giù a Piazza Affari. Misteri delle Borse a parte, i numeri che contano sono però più che robusti. Per Poste (ieri -3,16% sul Ftse Mib) il primo trimestre segna un utile netto di 439 milioni, in calo del 9,5% rispetto al primo trimestre 2018, ma che conferma gli obiettivi del piano “Deliver 2022”. E nel confronto tendenziale tra i due trimestri “normalizzato”, al netto delle partite non ricorrenti, il risultato netto è positivo, +5,3%, a 231 milioni.
PROGRESSI COSTANTI. Anche il risultato operativo, -12,2%, pari a 617 milioni, cresce invece del 6% a 351 milioni se “normalizzato” evidenziando un importante progresso verso il raggiungimento degli obiettivi 2019. In calo dell’1,5% I ricavi a 2,842 miliardi (che diventano +3,5% normalizzati a 2,569 miliardi). Risultati che per l’amministratore delegato Matteo Del Fante, “evidenziano i progressi realizzati con il piano Deliver 2022, caratterizzati dalla crescita dei ricavi ricorrenti sostenibili, da un’attenta disciplina sul versante dei costi e da una costante riduzione della dipendenza di Poste Italiane da partite non ricorrenti quali le plusvalenze”.
Lo stesso Ad ha aggiunto che nel corso del 2019 Poste continuerà ad accelerare il suo percorso di trasformazione industriale per cogliere future opportunità di crescita, mentre intanto la trasformazione della forza lavoro ha già portato a nuove assunzioni nell’anno, con una media di circa duemila, “nelle aree strategiche, come il recapito nell’ultimo miglio e il customer relationship management, e di specialisti digitali per realizzare il piano Deliver 2022”.
SOTTO LA LENTE. Per gli analisti i conti di Poste sono comunque eccelleti. ”Risultati in linea con le attese, meglio la divisione financial services, peggio le attività assicurative”, ha commentato i professionisti di Equita Sim. Nel dettaglio, hanno spiegato, “il mix dei ricavi è molto simile alle aspettative in termini di contributo delle varie divisioni; le principali differenze si registrano nell’utile operativo che vede una migliore performance della divisione financial services compensata da minor contributo del business assicurativo”. Il rating è buy, e il prezzo obiettivo 9,6 euro. E anche secondo Mediobanca Securities l’andamento del gruppo di Del Fante è positivo, con “l’utile operativo superiore del 2% al consenso”.