“Il Governo può e deve andare avanti”. Non ha dubbi la capogruppo M5S in commissione Affari costituzionali della Camera, Anna Macina. “Se Salvini vuole bloccare le tante riforme ancora da fare e di cui il Paese ha bisogno per proteggere un sottosegretario indagato per fatti gravi sono scelte sue e della Lega”.
Oggi in Consiglio dei ministri si decide il caso Siri. Il passo indietro del sottosegretario è escluso, si andrà alla conta o sarà il premier Conte ad assumersi la responsabilità della revoca?
“Noi, ovviamente, ci auguriamo fino all’ultimo che non si debba arrivare alla conta. Detto questo a Palazzo Chigi c’è un premier che non solo sa quello che dice e quello che fa, ma che si è anche già espresso chiaramente sulla questione”.
Secondo l’ultimo sondaggio Gpf per La Notizia, 3 italiani su 4, con motivazioni diverse, sono per le dimissioni di Siri. Come si spiega la difesa ad oltranza del suo sottosegretario da parte della Lega?
“Non me la spiego. O meglio, non me la spiego dal punto di vista politico. Al di là dei sondaggi, infatti, il passo indietro di Siri è semplicemente una questione di buon senso. Sia chiaro, noi non tacciamo di colpevolezza nessuno e della vicenda se ne sta occupando la magistratura. Ma un conto è l’aspetto giudiziario, del quale si occuperà la magistratura e un altro è quello dell’opportunità politica. Il voto dei cittadini merita rispetto e non possiamo accettare che il caso del sottosegretario Siri continui a gettare delle ombre inquietanti sul Governo la cui immagine deve rimanere trasparente e cristallina”.
Salvini assicura che il Governo andrà avanti, ma nella Lega c’è chi evoca la crisi. Siamo di fronte ad una rottura insanabile?
“Non credo. Intanto è perfettamente normale che ci siano divergenze tra noi e la Lega: non siamo due forze alleate che hanno corso insieme alle elezioni ma due realtà profondamente differenti che per dare un Governo al Paese hanno deciso di intraprendere un percorso comune attraverso un contratto di Governo. Detto questo, se Salvini vuole bloccare le tante riforme ancora da fare e di cui il Paese ha bisogno per proteggere un sottosegretario che risulta essere sotto indagine per fatti gravi sono scelte sue e della Lega. Il leader del Carroccio avrà fatto sicuramente le sue valutazioni, così come i cittadini faranno le loro, nel caso l’Esecutivo cadesse su questo tema”.
La proposta M5S sul conflitto di interessi non ha ottenuto ancora risposta dalla Lega. È la prova di un riavvicinamento di Salvini a Berlusconi che con la vostra legge potrebbe essere politicamente ridimensionato?
“Francamente mi auguro di no. Quello del conflitto di interessi è uno dei grandi temi irrisolti, che aleggia sulla politica italiana da più di vent’anni. Un tema che porta con sé il nome e il cognome di uno dei principali alleati della Lega sui territori e cioè Silvio Berlusconi. Attenzione, io credo che il suo ridimensionamento e quello di Forza Italia siano già stati sanciti dagli elettori, ma questo non significa che un Paese veramente democratico possa andare avanti senza una legge chiara e organica sul conflitto di interessi. Si tratta di una battaglia di civiltà, imprescindibile per un Governo che intende cambiare davvero le cose e che auspico e mi auguro venga sposata in pieno anche dalla Lega”.
C’è chi parla di resa dei conti M5S-Lega subito dopo le Europee. Su quali presupposti pensa che i contrasti possano ricomporsi e il Governo andare avanti?
“Innanzitutto diciamo che il Governo può e deve andare avanti. Sono ancora tante le questioni aperte, le riforme da fare e i problemi sui quali i cittadini ci chiedono risposte. E fermare il cambiamento, sarebbe solo uno sgarbo ai cittadini, nonché un favore alle grandi lobby e agli interessi della vecchia politica. Ecco perché, a mio avviso, bisogna andare avanti seguendo il contratto di Governo che, insieme all’onestà, che è il principio cardine del Movimento Cinque Stelle, deve continuare ad essere la stella polare di questo Esecutivo”.