“Faccio un ultimo appello alla Lega prima del Consiglio dei Ministri di domani: far dimettere Armando Siri”. E’ quanto è tornato a ribadire il vicepremier, Luigi Di Maio, nel corso di una conferenza stampa con il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. “In un momento come questo di inchieste – ha aggiunto il leader del M5S – , in una tangentopoli mai terminata, non bastano solo le leggi. Serve la reazione della politica che passa per prese di posizione chiare, decise, unitarie, contro queste pratiche”.
“E’ assurdo – ha aggiunto Di Maio – che si crei una frattura nel governo per un’inchiesta sulla corruzione, non saremo noi ad aprire crisi governo o a parlare di poltrone. Ma quanto casino è stato fatto per una poltrona. Si voterà serenamente, ma credo sia un messaggio sbagliato che si dà al paese su un tema che dovrebbe unirci tutti, la lotta alla corruzione. Il 70% degli italiani vuole che Siri vada a casa. Allora o sbagliano tutti gli italiani o sbaglia Salvini perché anche alcuni parlamentari della Lega mi hanno detto in questi giorni che avrebbero preferito le dimissioni di Siri”.
“Domani – ha detto invece il vicepremier Matteo Salvini – c’è il Consiglio dei ministri, andrà come andrà. Mi sembra evidente che con il Movimento Cinque Stelle ci sia una spaccatura e non solo su questo. C’è una differenza di vedute sulla Tav, sull’Autonomia, sull’immigrazione. Se vanno al voto, votano per le dimissioni di Siri, dimettono una persona senza che ci sia mezza prova, se ne prendono la responsabilità, noi votiamo contro le dimissioni e andiamo avanti. L’ultima delle cose di cui hanno bisogno gli italiani – ha aggiunto il leader della Lega – è una crisi di governo. Proseguiamo a governare fino a fine mandato”.