Fosse un’elezione sarebbe un plebiscito. Per oltre tre italiani su quattro (77,3%) il sottosegretario, Armando Siri, dovrebbe dimettersi o essere sfiduciato. Esattamente le due alternative che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha lasciato all’esponente di Governo della Lega indagato per corruzione. A rivelarlo, l’ultimo sondaggio Gpf Inspiring Research realizzato per La Notizia tra il 26 aprile e il 2 maggio, chiuso proprio a ridosso della decisione resa nota dal premier nel corso della conferenza stampa di giovedì scorso.
Per il 65,9% del campione il presidente del Consiglio dovrebbe “imporre le dimissioni” all’esponente dell’Esecutivo “perché indagato” (per il 26,4%) o “per non creare frizioni nel Governo” (secondo il 41,2%). Insomma, un avallo (preventivo) in piena regola della decisione adottata giovedì sera dall’avvocato del popolo. E non è un caso che la fiducia nei confronti di Conte si confermi stabile al 56%, seconda solo a quella del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (66%).
“Sul caso Siri l’opinione pubblica è schierata in modo netto: il sottosegretario deve dimettersi vuoi per ragioni di opportunità, per non destabilizzare cioè un Governo già alle prese con qualche scossone interno, vuoi per ragioni di legalità e di trasparenza, temi ai quali l’elettorato M5S, che da Conte si aspetta un intervento deciso sulla vicenda, si dimostra particolarmente sensibile”, spiega il presidente e amministratore delegato di Gpf, Roberto Baldassari.
Quanto alla fiducia nei leader politici, come detto, Mattarella resta saldamente al comando. “Il consenso del capo dello Stato cresce di altri due punti in concomitanza della ricorrenza del 25 aprile, anche per effetto della situazione di impasse che sta attraversando l’Esecutivo”. Discorso diverso per i leader delle forze politiche. “Luigi Di Maio torna a salire (al 50%) beneficiando dello slancio e dell’iniziativa impressa nelle ultime settimane al Movimento 5 Stelle – prosegue il numero uno di Gpf -. Quanto a Matteo Salvini (che perde due punti, scendendo dal 55% della precedente rilevazione al 53%) l’affare Siri finisce, in qualche modo, per colpire la sua immagine, soprattutto al cospetto delle nuove leve dell’elettorato leghista”.
Mentre restano stabili il segretario del Pd, Nicola Zingaretti (46%), e il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi (30%), prendono un punto a testa, i leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni (36%), di +Europa, Benedetto Della Vedova (28%), e di Leu, Pietro Grasso (16%). E i partiti? “Come Salvini, anche la Lega (31,2%), in flessione dello 0,4%, soffre un po’ il caso Siri – aggiunge Baldassari -. Mentre riprende quota il Movimento 5 Stelle (24,7%), in crescita dello 0,6%, che beneficia della verve ritrovata del suo leader Di Maio”. E se a sinistra il Partito democratico a trazione Zingaretti rosicchia un altro 0,5% (salendo al 21,1%), segnano invece una battuta d’arresto (-0,4%), Liberi e Uguali all’1,7% e +Europa (-0,2%) al 2,7%. A destra, cresce dello 0,2% FdI (al 5,1%) mentre Forza Italia (9,9%) lascia sul campo un altro 0,4%.
NOTA METODOLOGICA. Vox Populi è il monitoraggio settimanale di Gpf Inspiring Research che descrive le tendenze e le opinioni degli italiani sui temi di attualità politica, economica, sociale e culturale. Audience: 786 interviste valide. Campione con estrazione casuale rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne articolato per sesso, età, professione, ampiezza centri, livello di istruzione e orientamento politico. Estensione geografica: Intero territorio nazionale. Metodologia di rilevazione: Cati – Cami – Cawi. Periodo di rilevazione: 26 Aprile-2 Maggio 2019.