Il sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri, indagato per corruzione nell’inchiesta sull’eolico, non si dimette e nella Lega “nessuno lo molla”. E’ quanto affermano fonti del Carroccio, interpellate sugli sviluppi della vicenda che vede coinvolto l’esponente del governo, al quale il premier Giuseppe Conte intende revocare l’incarico. Siri, spiegano le stesse fonti citate dall’Ansa, non farà un passo indietro prima che lo stesso presidente del Consiglio ne proponga la revoca. Dunque la vicenda potrebbe decidersi nel prossimo Consiglio dei ministri in programma tra mercoledì e giovedì.
“Da giorni non rilascio alcuna dichiarazione né intervista – ha scritto oggi su Facebook Siri -, proprio per il rispetto che si deve in questi casi all’Autorità giudiziaria, che è giusto che conduca le sue indagini e ascolti le parti interessate senza vizi di comunicazioni esterne. Leggo invece in queste ore dichiarazioni riportate a mio nome che sono da ritenersi in assoluto destituite di ogni fondamento. Non esiste alcuna polemica con il mio partito che, anzi, ringrazio per tutte le manifestazioni di affetto, vicinanza e solidarietà dimostrate”.