Il primo giorno del Reddito di cittadinanza si è chiuso con cifre da record: le domande arrivate all’Inps sono state pari a 472mila. Il 29,2% dei percettori ha ottenuto una cifra compresa tra i 300 e i 500 euro, mentre il 20% degli aventi diritto alla misura ha ricevuto tra i 500 e i 750 euro. Praticamente la metà degli individui ha ottenuto importi comresi tra i 300 e i 750 euro. Sono state, invece, 75.887 (il 16%) le persone a cui sono andate somme comprese nel range che va da 750 fino a 1.000 euro. Mentre al 5,4% dei richiedenti (25.613) è stato erogato un sussidio superiore ai 1.000 euro. Cioè, circa il 71% degli individui destinatari del Reddito di cittadinanza ha ricevuto cifre che superano i 300 euro.
Solo il 13,1 per cento degli aventi diritto all’assegno ha ricevuto importi fino a 100 euro. Infatti le card erogate con importi compresi tra i 40 e i 50 euro sono state 34.861, pari al 7,4 per cento dell’intera platea. In poco più di 11mila hanno avuto diritto a cifre tra i 50 e i 75 euro (il 2,4 per cento). Somme comprese tra i 75 e i 100 euro sono state destinate a una platea composta da 15.525 individui. Mentre l’8,5% dei beneficiari (40.131 individui) ha percepito tra i 100 e i 200 euro.
Il presidente dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (Inps), Pasquale Tridico, ha evidenziato come il reddito di cittadinanza abbia avuto “un enorme successo” dal momento che in appena un mese l’Inps ha ricevuto 800 mila domande, mentre quelle che furono inviate per il reddito di inclusione (Rei) varato dal Governo Renzi si attestarono al quota 80 mila, il 10% di quelle fatte per la misura introdotta dal Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio. Secondo le stime disponibili circa il 67% dell’intera platea dei potenziali beneficiari farà richiesta del Reddito di cittadinanza, mentre tra quanti avevano la possibilità di accedere al reddito di inclusione, quest’ultimo, è stato domandato solo dal 60% degli aventi diritto. Una differenza che è stata spiegata, in parte, dalla maggiore pubblicità fatta, al provvedimento, dal Governo Conte.
Il differenziale tra la platea degli individui, che in base ai dati dell’Agenzia dell’Entrate, avrebbe potenzialmente diritto al Reddito di cittadinanza e quanti, invece, ne fatto effettivamente richiesta, sarebbe da ascrivere in parte al lavoro nero. Infatti la domanda di sussidio attiva i controlli fiscali, così chi ha qualcosa da nascondere allo Stato sarebbe orientato a non correre rischi che potrebbero portare, oltre all’obbligo di restituire il Reddito di cittadinanza, anche sanzione per evasione fiscale.