Come se non bastassero i riflettori dei nuovi casi Siri e Raggi, tra Lega e Cinque Stelle si apre un nuovo fronte. Quello della giustizia. Mentre divampa la polemica tra i due azionisti della maggioranza per l’indagine a carico del sottosegretario ai Trasporti della Lega, Armando Siri, e una registrazione che riguarda la sindaca di Roma, Virginia Raggi, con richieste incrociate di dimissioni, scoppia la grana della riforma del processo penale.
Contrasti resi plateali dalla decisione della Lega di disertare il vertice di maggioranza a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte sul testo messo a punto dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, dopo la chiusura dei tavoli aperti con avvocati e magistrati. “Perché i ministri della Lega non sono venuti al vertice non è una domanda da fare a me – taglia corto il Guardasigilli -. Io chiaramente vado avanti, porterò la riforma per il dimezzamento dei tempi del processo al prossimo Consiglio dei ministri utile”.
L’orizzonte temporale per la riforma, che riguarda anche il processo civile, sono “i prossimi dieci giorni”, conferma il ministro della Giustizia intervenendo al Congresso della Legacoop. Ma, assicura, è improprio parlare di “scontro”. Sulla giustizia, prosegue Bonafede, “non c’è stato sinora e non ci può essere nemmeno adesso perché i cittadini vogliono tempi brevi per il processo e questa risposta gliela dobbiamo dare”. Quanto alla possibilità che la riforma affondi se non si trova l’accordo con la Lega, Bonafede non vede questo rischio: “Si è sempre trovata la quadra sui provvedimenti per la giustizia al servizio dei cittadini. E la legge Spazzacorrotti, approvata a tempo di record, è la prova più evidente”.
Inutile negare, però, che il vertice disertato dai ministri della Lega sia solo l’ultimo segnale di una serie di attriti da tempo noti. “Sul processo penale più volte la Lega ha fatto riunioni con il ministro Bonafede: non si può parlare assolutamente di un accordo raggiunto” aveva detto non a caso solo qualche giorno fa, Giulia Bongiorno, a cui Salvini ha affidato il dossier giustizia, spiegando che la Lega considera l’accelerazione dei processi condicio sine qua non della riforma della prescrizione. E dunque no a smantellare “pezzi di processo” per fare presto, piuttosto introdurre “termini perentori” per le indagini preliminari.
Scogli non facili da superare. La temperatura rischia di salire anche sul ddl costituzionale per la separazione delle carriere all’esame della Commissione Giustizia della Camera. La Bongiorno sostiene la riforma, ma Bonafede ha dichiarato la propria contrarietà al provvedimento in linea con i Cinque Stelle a una proposta che “non è nel contratto di Governo”. Lo aveva già fatto nel suo primo incontro ieri con la nuova giunta dell’Anm: due ore di confronto molto cordiale in cui il ministro ha assicurato che, a differenza di ciò che accade per la riforma del processo penale, quella del processo civile marcia spedita.