All’assemblea di Unioncamere ricorda che, nonostante le difficoltà attuali che il Vecchio continente sta attraversando, l’Italia rimane locomotiva nella produzione industriale di tutta Europa e gli ultimi dati Istat lo confermano. Ai cronisti, che lo incalzano sui temi dell’agenda politica finiti nel tritacarne della campagna elettorale, detta la linea del M5S su sicurezza, banche, Alitalia, tasse e giustizia. Luigi Di Maio risponde all’offensiva di Matteo Salvini, che ha emanato una direttiva con cui dà più poteri ai prefetti per combattere il degrado nelle città, sfidandolo sul campo preferito dal ministro dell’Interno: quello dei migranti.
La legge vale più delle circolari che “lasciano il tempo che trovano”, dice Di Maio, e in materia di sicurezza il vero problema sono i “rimpatri”. Sulla questione dei prefetti – ribadisce – “preferisco che a decidere su una città siano quelli eletti e non ci siano imposizioni dall’alto”. “Qui – ha spiegato – tutti discutiamo ogni giorno del tema di 20-30-50 migranti che stanno arrivando in un porto italiano” ma “in Italia dobbiamo risolvere un altro grande problema: abbiamo circa 500 mila persone che vanno rimpatriate. Ovvero persone fuori dalla legge, che non possono stare qui e continuano a portare avanti condotte abbastanza discutibili”.
Dalla sicurezza alle tasse. Di Maio dà la sua parola che l’Iva non aumenterà. Non è aumentata nel 2018, non aumenterà nel 2019. “Questa è una precisa volontà politica di tutte e due le forze politiche che sostengono questo governo. Con i viceministri Castelli e Garavaglia stiamo lavorando per evitare l’aumento”. C’è un impegno preciso del M5S in questo senso. E aggiunge: “Spero che Tria sia stato su questo frainteso”. Il ministro dell’Economia nel corso di un’audizione sul Def ha sostenuto che, in assenza di soluzioni alternative, l’aumento fiscale viene confermato.
“C’è un contratto di governo, ma c’è prima di tutto il rispetto degli italiani. Noi non aumenteremo l’Iva per dire che abbiamo fatto la flat tax”, promette il vicepremier M5S. Sui rimborsi ai truffati dalle banche Di Maio conferma che la linea è quella di procedere in sintonia con le associazioni dei risparmiatori: “Però dobbiamo muoverci, ci sono un milione di persone che credo abbiano perso giustamente la pazienza”.
Il decreto crescita conterrà pure le norme su Alitalia. Atlantia entrerà nel capitale? “Non mi esprimo – dice il ministro del Lavoro – perché siamo veramente al fotofinish di questa lunga gara. Spero di essere l’ultimo ministro che si occupa di Alitalia nel senso che la rilanciamo una volta per tutte”. Esclude che nella trattativa rientri anche la partita di Autostrade: “Quello che stanno facendo i commissari non c’entra con quello che sta avvenendo nella Commissione del ministero dei Trasporti sulle indagini e gli accertamenti sul Ponte Morandi e su quello che non ha fatto Autostrade in questi anni”.
Chiude strigliando a dovere il Pd: “Che – dice – ha usato in questi anni la Sanità come bancomat del partito. Le dimissioni della governatrice sono il minimo ma mi chiedo: Zingaretti ha espulso dal Pd i coinvolti in queste indagini? Se non lo ha fatto dimostra ancora una volta la differenza tra noi e loro”. E alla Lega non risparmia una stoccata: “Per quanto mi riguarda bisogna fare una legge che tolga ai politici regionali la possibilità di nominare i vertici nella Sanità. Noi eravamo in realtà pronti sei mesi fa ma non si sa perché non riusciamo a raggiungere un accordo con la Lega che pure va in piazza per dire che bisogna cambiare”.