Mentre la sanità umbra rischia di andare allo sfacelo complice una gestione dissennata e un sistema criminale, almeno secondo il ritratto tratteggiato dalla Procura di Perugia, da Roma il Governo si rimbocca le maniche e cerca di dare risposte immediate. Il ministro Giulia Grillo non ha perso tempo. Verrà, in poche ore, da Roma il commissario dell’Azienda ospedaliera di Perugia. L’imminente nomina è stata annunciata ieri dalla presidente Catiuscia Marini, indagata nell’inchiesta, dopo avere incontrato il ministro Grillo a Roma. Parla di 24, 48 ore di tempo al massimo.
Posizione ribadita dalla stessa Grillo, che ha specificato che per i vertici dell’azienda ospedaliera di Perugia, “abbiamo sul tavolo un paio di nomi, ma bisogna anche verificare la disponibilità di queste persone, anche la loro disponibilità a spostarsi”. Proprio per dare un segnale di vita, l’ospedale perugino è stato oggetto della prima visita del nuovo assessore regionale alla Sanità, Antonio Bartolini, dopo le dimissioni di Luca Barberini, da venerdì scorso ai domiciliari. E Barberini, come suo primo atto, ha chiesto scusa agli umbri. Parole non scontate ma che rivelano un mondo che ora rischia di esplodere.
L’idea che però prende piede e che ora da Roma possa partire un repulisti generale. A cadere, insomma, potrebbero essere non solo i vertici. “Chiederemo di avere a disposizione tecnici del ministero, iscritti nell’elenco nazionale dei direttori generali, che possano gestire al meglio questa fase, anche per il profilo di terzietà. Il commissario non sarà umbro”, ha detto lo stesso Bartolini. La partita, però, adesso si gioca non solo in Umbria ma anche a Roma.
“Ho scritto ai presidenti delle due Camere per chiedere che venga calendarizzata, il prima possibile, la proposta di legge sulla nomina dei manager che sia più pregnante dal punto di vista meritocratico di quella attualmente in vigore voluta dalla Lorenzin”, ha riferito la Grillo, parlando con i giornalisti dopo l’incontro con la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, alla quale la responsabile della sanità ha offerto supporto per ripristinare al più presto il governo dell’azienda sanitaria ospedaliera universitaria di Perugia.
“Il problema non sono solo i controlli – ha detto Grillo – il problema è selezionare una classe di manager in maniera più precisa e meritocratica. Come? Valutando i curricula di questi manager, e vedendo come hanno operato in precedenza. Molto spesso sulla valutazione dei risultati ottenuti rispetto agli obiettivi c’è, diciamo, tolleranza”. Un allarme lanciato anche dal Movimento cinque stelle in Parlamento: “In Senato è pronto un disegno di legge sulla nomina dei dirigenti sanitari per fare un primo fondamentale passo per allontanare la mano dei partiti dalla sanità.
Quanto accaduto in Umbria gravissimo e ci racconta ancora un sistema legato a doppio nodo con la politica. Un sistema che va fermato”, ha detto la senatrice Maria Domenica Castellone, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Sanità. Qualcosa, intanto, si muove anche a Perugia. Ed è, inevitabilmente, un terremoto per il Pd. Se da una parte Giampiero Bocci ha ieri inviato una lettera alla direzione regionale rassegnando non solo le dimissioni da segretario ma riconsegnando anche la tessera, a tremare ora è anche la stessa Marini.
Sono state infatti depositate tre mozioni di sfiducia in consiglio regionale (che saranno esaminate il 23 aprile dall’Assemblea legislativa dell’Umbria), cui si unirà molto probabilmente una quarta presentata dai Cinque stelle. Il ragionamento è chiaro: o la Marini se ne va oppure saranno le opposizioni a muoversi affinché questo accada. Per ora il Pd fa muro, ma non è detto che questo muro possa sfaldarsi prima del previsto.