Il sottosegretario M5S alle Infrastrutture, Michele Dell’Orco, deve aver preso il discorso d’insediamento di Roberto Fico alla presidenza della Camera molto sul serio. Soprattutto il richiamo della terza carica dello Stato alla centralità del Parlamento. E se le Camere chiamano non si può che rispondere presente. Le statistiche, compilate negli uffici di Porta Pia e che La Notizia ha potuto visionare, del resto, parlano chiaro. Dall’insediamento del Governo, nel giugno scorso, al 31 marzo di quest’anno, Dell’Orco ha rappresentato il dicastero delle Infrastrutture, guidato da Danilo Toninelli, tra aule e commissioni di Montecitorio e Palazzo Madama, ben 55 volte (il 52% del totale). Superando il vice ministro Edoardo Rixi della Lega, che nello stesso periodo di presenze ne ha totalizzate 41, e surclassando letteralmente il collega, pure lui del Carroccio, Armando Siri (nella foto), che in Parlamento si è visto appena 11 volte in 10 mesi.
Ma a cosa si riferiscono questi dati? Alla partecipazione ai lavori del Parlamento ogni volta che sia richiesta la presenza del Governo e, nello specifico, di un rappresentate del ministero delle Infrastrutture. Per rispondere ad interrogazioni (in Aula o in commissione), ad interpellanze (in Aula) o per seguire i lavori delle Camere sui provvedimenti di competenza del ministero. Ma chi decide a chi tocca rappresentare, di volta in volta, il dicastero in Parlamento? Gli uffici del Mit procedono, in linea di massima, a distribuire equamente compiti e impegni tenendo conto, nei limiti del possibile, anche delle competenze specifiche di ciascuno. Ma può capitare, magari per impegni sopravvenuti o per altre ragioni, che il designato dia forfait all’ultimo minuto. E a giudicare dai numeri al sottosegretario Siri deve essere capitato un po’ troppo spesso.