C’è quella di Verona. Ideologica e un po’ bigotta. Per non dire “medievale”, come l’aveva bollata il vicepremier Luigi Di Maio. Poi c’è la famiglia che ha in mente il Movimento Cinque Stelle. Che guarda avanti, al futuro: “Dopo anni in cui si è parlato tanto ma si è fatto molto poco, noi siamo già al lavoro su nuove proposte per aiutare realmente genitori e futuri genitori nella vita, spesso difficile, di tutti i giorni”. E così, oltre alle misure già introdotte con la Manovra, il prossimo passo sarà approvare alla Camera un provvedimento che impegni il Governo allo step successivo: “Una riforma strutturale del welfare familiare, fatta di investimenti per incentivare la natalità e dare un sostegno a quanti oggi sono alle prese con costi insostenibili e servizi per l’infanzia carenti”.
Il tutto, senza favorire i ricchi, ma aiutando chi ha bisogno. Ma come? Con un pacchetto di dieci misure che i Cinque Stelle elencano, nero su bianco, in un lungo post sul Blog delle Stelle. Si va dall’introduzione di un unico aiuto monetario per le famiglie, al posto di una serie di bonus slegati tra loro, proporzionato al numero di figli e alla situazione economica, che le sosterrà nelle spese per la crescita, il mantenimento e l’educazione dei bambini. Alla rimodulazione dell’Irpef con l’obiettivo di far pagare di meno le famiglie più numerose e che hanno figli con disabilità, detrazioni per chi ha necessità di assumere una baby-sitter e sconti sui pannolini. Ma non è tutto.
Il pacchetto welfare formato famiglia targato M5S prevede “meno tasse per i datori di lavoro che promuovono i congedi di maternità o che assumono persone in sostituzione di maternità”. E più “incentivi per servizi” offerti all’interno delle aziende e per favorire la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. C’è poi il “congedo di paternità esteso anche ai dipendenti della pubblica amministrazione”. E “nuove risorse nella prossima legge di bilancio per garantire in tutta Italia un’offerta adeguata di asili nido, puntando a renderli totalmente gratis” e “la diffusione di asili nido gestiti dalle assistenti materne (le cosiddette tagesmutter)”.
Ma non finisce qui. Tra gli interventi lanciati dai Cinque Stelle ci sono anche i “congedi parentali, soprattutto per i padri, non solo nei primi anni di vita del bambino” e nuove “misure per migliorare la conciliazione vita-lavoro delle madri lavoratrici autonome”. Senza dimenticare “la diffusione e riqualificazione di Consultori e Centri per la famiglia su tutto il territorio” e, infine, “un piano di recupero dell’edilizia residenziale pubblica per contrastare il disagio abitativo, in particolare per le giovani famiglie”.Tutte misure, sottolinea il blog che vanno ad aggiungersi a quelle già realizzato. Come l’aumento da 1.000 a 1.500 euro del bonus per le rette degli asili nido e l’estensione del congedo di paternità.
Insomma, una vera e propria crociata contro “l’inverno demografico” che dal 2008 ad oggi ha fatto crollare le nascite, in Italia, di quasi 120mila unità. Per invertire la tendenza la Flat Tax prevista dal contratto di Governo può dare una mano. A patto che sia realizzata “soprattutto per chi, come le famiglie e il ceto medio, avrebbe maggiormente bisogno di un aiuto anche dal punto di vista fiscale”. Insomma, una Flat Tax conforme alla Costituzione. “Mettere su famiglia o fare più di un figlio non deve essere un timore, ma una scelta che lo Stato incoraggia con i fatti, non a parole – conclude il Blog delle Stelle -. Basta strumentalizzazioni sulla famiglia”.