Campi rom o Casapound non fa differenza, se le case sono occupate abusivamente vanno sgomberate. Con i cittadini per giorni in strada a Torre Maura e la nuove proteste scoppiate ieri a Casal Bruciato contro l’assegnazione di una casa a una famiglia nomade, il vicepremier Luigi Di Maio ha preso una posizione un po’ su tutto. E con un post su Facebook, ribadendo sempre la linea del M5s, cioè quella della legalità, ha scritto: “il superamento dei campi rom è doveroso, non perché siano rom ma perché è una questione di giustizia. La legge vale per tutti, sgomberiamo CasaPound”.
Dichiarazioni che, anche se indirettamente, colpiscono l’alletato di Governo Matteo Salvini, molto vicino al partito di estrema destra che da 15 anni occupa un intero stabile in via Napoleone terzo, nel quartiere Esquilino di Roma. Dove lo scorso ottobre un tentativo di ispezione della Guardia di finanza si era concluso con un nulla di fatto tra le minacce degli occupanti. Uno sgombero su cui proprio Salvini aveva sempre frenato, dicendo di “non essere una priorità”. Peraltro proprio CasaPound è stata protagonista anche del caso dei rom a Torre Maura, giocando un ruolo decisivo nel fomentare la protesta. E su questi fatti Di Maio si è soffermato.
“I fatti di questi giorni che stanno coinvolgendo alcune periferie, evidenziano un chiaro problema di ordine pubblico”, ha scritto il leader 5Stelle. Intanto la protesta anti rom a Casal Bruciato non si ferma. Un gruppo di residenti e diversi attivisti di estrema destra sono scesi in strada per gridare la loro rabbia contro l’assegnazione legittima di una casa popolare ad una famiglia rom. “Noi gli zingari qui non li vogliamo, quella casa deve andare a un italiano”, hanno urlato. Sulla rivolta è intervenuta anche la sindaca Virginia Raggi: “Casapound ha puntato il dito contro un uomo, una donna e i loro sei bambini. “Hanno creato un clima di odio e terrore al punto che i nostri uffici, per garantire l’incolumità di questi bambini, sono costretti ad assegnare un altro appartamento alla famiglia, ma non ci fa paura”, ha scritto la sindaca su Facebook.
La protesta di Casal Bruciato era iniziata domenica sera, quando circa 70 residenti hanno spostato i cassonetti facendo una sorta di barricata. In mezzo alla protesta sono stati ancora una volta protagonisti i militanti di Casapound. Al megafono, Davide Di Stefano, responsabile di Cp Roma aveva detto di essere lì a dare sostegno alle fasce più deboli. Per Di Stefano “è inammissibile che famiglie italiane col massimo punteggio in graduatoria ed in attesa da anche dieci anni di una casa popolare vengano scavalcate da rom e stranieri. Ma le proteste non si fermano neppure nelle altre periferie della Capitale. Anche Casalotti, è in mobilitazione, ieri Forza Nuova ha organizzato una fiaccolata per dire no ai rom. “Sappiamo di aver vinto solo una battaglia, sappiamo che la guerra è lunga, ma il fronte adesso si sposta a Casalotti” hanno sottolineato. E stasera nello stesso quartiere ci sarà un altro corteo già annunciato ieri da Casapound.