di Francesca Malandrucco
Volgo Balt 219 è il nome di un cargo mercantile che batte bandiera dello stato di Saint Kitts e Nevis, nelle Piccole Antille, e trasporta un carico di rifiuti provenienti dallo stabilimento della Deco di Ortona in Abruzzo. Dal 20 marzo scorso la nave, l’equipaggio e l’intero suo carico, 2700 tonnellate di Combustibile derivato di rifiuti (Cdr), sono fermi nel porto di Costanza in Romania.
Sulla vicenda è scoppiato un giallo internazionale. La stampa romena si chiede perché la Volgo Balt 219 dopo oltre due mesi sia ancora lì e l’ha ribattezzata “la nave dei veleni”. In realtà la vicenda è controversa. La nave ora risulterebbe bloccata a Costanza per una serie di irregolarità amministrative. Il 21 febbraio del 2013 il cargo arriva nel porto di Ortona per caricare le 2700 tonnellate di Cdr destinate all’incenerimento in Romania presso la Ecovalor, una società controllata dalla Holcim. L’esportatore del carico di Cdr è Sergio Gozza della Eco Valsabbia di Brescia.
Gozza nel Luglio del 2010 era stato arrestato per traffico illecito dei rifiuti all’interno di un’operazione dei Carabinieri del Noe di Brescia. Il Cdr, invece, arriva dalla Deco di proprietà dell’imprenditore Rodolfo Di Zio, che il 22 maggio scorso è stato rinviato a giudizio dal gup del Tribunale di Pescara nell’ambito dell’inchiesta sulla realizzazione a Teramo di un impianto di bioessicazione dei rifiuti. Torniamo a Febbraio di quest’anno. Un campione del carico di rifiuti della Volgo Balt 219 viene analizzato nel porto di Ortona. Tutto è in regola. A Costanza le autorità romene decidono di fare una nuova verifica. I primi risultati delle analisi sarebbero fuori norma. Poi, però, le 2700 tonnellate di Cdr vengono bloccate solo perché alla Ecovalor è scaduta la licenza per accettare il carico proveniente da Ortona. Ora si sta cercando un secondo cementificio, sempre in Romania, dove incenerire il Cdr. Sono molti però a chiedersi cosa ci sia sotto al giallo della nave dei rifiuti.