Qualcuno chiami la neuro, verrebbe da dire. Perché se in mattinata davanti a Giuseppe Conte, il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker ha dichiarato che tra Italia e Bruxelles “è grande amore”, nel pomeriggio ha cambiato radicalmente idea e ha accusato “un certo numero di ministri italiani” di essere dei “bugiardi” perché mentono ai cittadini sul sostegno all’Italia dell’Unione Europea. “Abbiamo dato 130 miliardi all’Italia. Il piano-Juncker ha generato investimenti dell’ordine di 63,3 miliardi. I fondi strutturali, sostegno europeo per rinvigorire l’economia, sono più di 44 miliardi”, ha detto Juncker in un’intervista al network radiofonico Euranetplus, ricordando anche le risorse per la crisi migratorie che ammontano a circa 1 miliardo. L’attacco arriva, come detto, dopo il faccia a faccia tra il presidente della Commissione europea e il premier Conte. Un incontro molto atteso all’indomani dell’allarme lanciato dall’Ocse sui rischi di recessione per l’Italia, ma che era stato di tutt’altro tenore.
Con i toni di “un colloquio cordiale e costruttivo”, il vertice della Commissione europea ha chiesto al Governo di fare qualche sforzo in più per “sostenere la crescita“. Un punto, questo, apprezzato dallo stesso M5s che, in una nota, ha dichiarato: “Siamo lieti che la Commissione europea, per bocca del suo Presidente Juncker, sia preoccupata per la crescita economica. Dopo aver ammesso i fallimenti delle politiche di austerità in Grecia, forse si inizia a guardare al cuore del problema”.
L’inquilino di Palazzo Chigi dal canto suo ha ribadito che il Documento di economia e finanza, in arrivo entro il 10 aprile, rispetterà lo “scenario concordato”, anche grazie allo sblocca-cantieri e al decreto crescita che “confidiamo di approvare in settimana”. Sul tavolo della discussione a Palazzo Chigi ci sono stati sopratutto i conti dell’Italia e dell’intera eurozona. “Il Governo aveva previsto il rallentamento del debito pubblico – ha sottolineato Conte davanti ai giornalisti – per questo ha elaborato una manovra che vuole perseguire una politica espansiva ma responsabile, approvando misure di cui il paese necessitava da troppi anni per ristabilire equità sociale”.
Sul tavolo, però, anche la grana Tav: “Ho informato Juncker che abbiamo avviato questo supplemento di riflessione – ha spiegato Conte – L’esito del confronto tra il ministro dei trasporti francese e quello italiano alle infrastrutture verrà condiviso con la commissaria Ue competente”. Il presidente della Commissione Ue non si è sbilanciato: la soluzione è “tecnica“, ha sottolineato, “lascio alla cura di italiani e francesi trovare un accordo“.
Dopo Juncker, Conte ha incontrato il segretario generale dell’Ocse Jose Angel Gurria per commentare i dati contenuti nel rapporto dell’organizzazione che vede l’Italia in recessione per il 2019 e suggerisce di abbandonare Quota 100. L’incontro con Conte è andato “molto bene”, ha raccontato poi Gurria. “Questa è la nostra terza riunione, la prima bilaterale di una visita ufficiale. È durata più di un’ora. Una visita molto produttiva, molto cordiale ma anche molto intensa nella sostanza, importante e utile per noi”, ha detto il segretario generale dell’Ocse.
“Il premier continua ad essere critico, questo non è cambiato”, ha aggiunto facendo riferimento alla dura reazione di Conte al rapporto di lunedì. “Ci ha spiegato nel dettaglio la questione del reddito di cittadinanza e la logica di Quota 100, abbiamo parlato della crescita. Nei prossimi 10 giorni Tria presenterà il Def e dopo avremo l’opinione della Commissione europea, dopo le elezioni Ue”, ha concluso Gurria.