A che gioco gioca il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che tiene bloccati da mesi sulla sua scrivania i decreti attuativi per i rimborsi ai risparmiatori truffati dalla banche? Perché il numero uno di Via XX Settembre contraddice la linea del suo Governo e sposa la tesi dell’Ocse secondo cui la crescita dell’Italia si avvia “verso lo zero”? E’ la domanda che si rincorre nei corridoi di Palazzo Chigi da giorni. Senza contare la nomina della sua consigliera Claudia Bugno, ex membro del cda di Banca Etruria, nel consiglio di amministrazione della STMicroelectronics (vedi articolo in basso), come a voler creare un nuovo casus belli.
Così, prima è intervenuto il prmier Giuseppe Conte, dicendo “Sicuramente adesso dobbiamo varare e licenziare al più presto il decreto per i truffati delle banche”. Poi ci ha pensato il leader della Lega, Matteo Salvini, spiegando a chi gli domandava se fosse salda la posizione del ministro dell’Economia, o iniziasse a vacillare a causa della mancata adozione dei decreti “C’è il decreto attuativo per rimborsare i truffati che deve uscire dal ministero dell’Economia: lo dico con tutta la serenità e la tranquillità possibile.
Abbiamo messo a bilancio 1,5 miliardi per aiutare le famiglie. Si faccia in fretta perché se quei soldi rimangono sulla carta, perché al ministero dell’Economia non mandano i decreti, non servono a nessuno”. Dello stesso avviso anche il capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, che ha detto “Il ministro Tria può stare tranquillo. L’unica cosa che penso che tutti quanti insieme dobbiamo lavorare sulle cose concrete, quindi deve essere firmato il prima possibile il decreto sul rimborso dei risparmiatori truffati: per noi è fondamentale”.
Alla fine di una giornata di dichiarazioni frenetiche in cui Tria è andato sempre nella direzione contraria a quella degli altri membri dell’Esecutivo, c’è stato l’incontro a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio. Dopo un’ora di colloquio tra Tria e Conte, dallo staff del presidente del Consiglio è stato fatto trapelare che le norme sui rimborsi ai risparmiatori truffati dalle banche potrebbero confluire nel decreto Crescita, atteso in consiglio dei Ministri giovedì prossimo. Un commissariamento di fatto del titolare dell’Economia.
Intanto a Via XX Settembre si stanno per chiudere i giochi su altre tre partite cruciali: la nomina del nuovo Ragioniere generale dello Stato (l’uomo che ha il potere di dire se ci sono i soldi per approvare le leggi desiderate dal Governo). La scrittura del Documento di Economia e Finanza, da cui dipenderà la possibilità o meno di varare nuove norme di spesa per far riprendere l’economia. L’’avvio della Commissione Bicamerale d’Inchiesta sulle Banche, che dovrà indagare sul sistema creditizio italiano e mettere a punto delle soluzione che impediscano il ripetersi di casi come quello di Banca Etruria.
BUGNO DI FERRO DEI CINQUE STELLE SU TRIA
Per il Movimento Cinque Stelle è una nomina inaccettabile. Sulla quale il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, deve dare spiegazioni tanto ai cittadini quanto alla prima forza politica in Parlamento. Parola del senatore M5S, Gianluigi Paragone, che mette nel mirino la scelta della consigliera Claudia Bugno, assunta al Mef l’8 agosto dell’anno scorso come componente dello staff dello stesso ministro. Ma chi è Claudia Bugno? A spiegarlo è lo stesso Paragone in un video caricato su Youtube. Con una premessa. “Noi siamo famosi perché rendicontiamo tutto” e “non vogliamo sentirci privilegiati nel Palazzo”. E proprio perché “figli e figliastri non devono avere trattamenti di favore, è giusto che Bugno e Tria spieghino”.
Non solo la scelta della Bugno, ex consigliera d’amministrazione di Banca Etruria ai tempi del crac. Ma anche l’assunzione del “figliastro di Tria, Niccolò Ciapetti, in una società il cui ad è il compagno di Bugno”. La vicenda parte da lontano. “Nel 2015 Claudia Bugno viene nominata da Renzi e Malagò coordinatrice della candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024: la cosa dura 7 mesi ma Bugno nomina nel proprio staff Niccolò Ciapetti, tenete a mente questo nome”, spiega Paragone.
“Tra il 2013 e il 2015 la dottoressa Bugno entra nel cda della banca popolare dell’Etruria e del Lazio e lì ha sicuramente occasione di conoscere anche il papà della Boschi, Pierluigi – continua il senatore M5S -. Purtroppo l’esperienza non va benissimo, perché si becca una multa tra le più alte da Bankitalia, per mancato controllo: 121.500 euro”. Ma non è tutto. “Tra il 2015 e il 2018, forte forse anche della conoscenza di Montezemolo, si ritrova consigliere di Alitalia. E ora proprio di questo dossier, oltre che di Tim, Bugno si sta occupando al ministero”.
E Niccolò Ciapetti? “è il figliastro di Tria, figlio della sua attuale compagna, e pochi mesi dopo la nomina di Bugno al ministero, nell’ottobre 2018, viene assunto in una società il cui amministratore delegato è il compagno della dottoressa Bugno”. Una vicenda imbarazzante per Tria, portata alla luce dai Cinque Stelle proprio all’indomani della sua presa di posizione in difesa del sistema bancario dalle interferenze della politica.