“I paletti di Mattarella sono giusti e corretti”, così il sottosegretario all’Economia, Alessio Villarosa, ha commentato la lettera con cui il presidente della Repubblica ha accompagnato la firma della legge istitutiva della Commissione d’Inchiesta sulle Banche. Una sigla attesa dal Movimento 5 Stelle per un mese, il cui ritardo ha causato molti malumori tra i partiti di maggioranza e non poche fibrillazioni ai vertici della Banca d’Italia.
Sottosegretario, è arrivato il via libera del presidente della Repubblica all’istituzione della Commissione parlamentare d’Inchiesta sulle Banche, ora cosa succede?
“Finalmente una buona notizia. Significa che i giornali che hanno scritto che il presidente della Repubblica non avrebbe firmato, hanno raccontato solo delle bufale”.
Cosa pensa dei paletti contenuti nella lettera, relativa al funzionamento della Commissione Banche, inviata da Mattarella al presidente del Senato e a quello della Camera?
“Sono delle limitazioni giuste e corrette. Non si può dire che sia sbagliato che il presidente della Repubblica inviti le forze politiche a non strumentalizzare la Commissione Banche per farci campagna elettorale”.
La lettera evidenzia anche il rischio che la Commissione interferisca con i compiti di altre autorità indipendenti sia nazionali che internazionali la trova una preoccupazione fondata?
“La commissione non può interferire con questi organismi. Si limiterà ad acquisire tutte le informazioni necessarie e ogni volta che si identificheranno dei problemi ci limiteremo a trovare delle soluzioni normative per evitare il ripetersi dei problemi che hanno colpito o che potrebbero abbattersi in futuro sul nostro sistema creditizio. L’obiettivo di questo organismo è quello di aumentare la tutela dei risparmiatori, una tutela che passa anche per un sistema creditizio stabile, trasparente e solido”.
Si parla della possibilità che la Commissione d’Inchiesta possa essere guidata dal leghista Roberto Calderoli, anziché dal senatore pentastellato Gianluigi Paragone come era stato inizialmente deciso da Luigi Di Maio e Matteo Salvini, cosa ne pensa?
“Guardi si tratta di una Commissione parlamentare, per cui io come membro del Governo le posso solo fare un’osservazione di carattere personale”.
Prego.
“Per me se il nome di Paragone è quello che è stato scelto dai parlamentari, va bene. A mio avviso non bisogna fare nessun passo indietro e non credo che nessuno lo voglia fare”.
Cose ne pensa del nome di Calderoli per la presidenza?
“Il partito che si è speso più di ogni altro per l’istituzione di questa Commissione è stato il Movimento 5 Stelle e di questo bisogna riconscercene il merito. Credo che la figura di Paragone sia una figura importante e rassicurante per i risparmiatori come presidente della Commissione d’Inchiesta. Io preferisco Paragone”.
Nella scorsa legislatura anche i renziani si batterono molto per fare una commissione d’inchiesta sulle banche, ma alla fine gli si è rivolta contro. Non rischiate di correre lo stesso pericolo?
“E’ impossibile perché non con le banche non ci abbiamo mai avuto nulla a che fare”.
Adesso bisognerà aspettare che i presidenti delle Camere nominino i 40 membri della Commissione che dovranno eleggere al loro interno il presidente.