Dopo oltre tre anni, si avvicina la conclusione del processo sugli appalti pilotati nella sanità lombarda. Proprio ieri il pubblico ministero di Milano, Giovanni Polizzi, ha concluso la sua requisitoria, durata ben due udienze, chiedendo pesanti condanne per i 12 indagati. E a rischiare non sono di certo perfetti sconosciuti ma personaggi di spicco della politica italiana tra cui il leghista e attuale viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia, per il quale la Procura ha chiesto una condanna a 2 anni per turbativa d’asta, e il forzista ed ex vicepresidente della Regione Lombardia Mario Mantovani, nei cui confronti la richiesta è stata a 7 anni e 6 mesi di reclusione per i reati di corruzione e concussione.
La vicenda è quella relativa ad una gara da 11 milioni di euro, indetta nel 2014 in forma aggregata da tre Asl lombarde, per il servizio di trasporto di persone dializzate. All’epoca dei fatti Garavaglia rivestiva il ruolo di di assessore lombardo all’Economia e assiema all’allora assessore regionale alla Sanità ed ex vicepresidente della Regione Mantovani, si organizzava per vanificare gli esiti del bando aggiudicato da quattro associazioni. Un’operazione complicata dettata dall’intenzione di favorire la Croce Azzurra Ticina, Onlus attiva nell’hinterland milanese ossia nei territori che tradizionalmente costituiscono il serbatoio elettorale di Lega e Forza Italia, che non aveva potuto partecipare alla gara.