L’inchiesta sullo Stadio della Roma da tempo aleggia minaccioso sul Campidoglio. Lo sa bene l’ex capogruppo M5S, Paolo Ferrara, oggi consigliere comunale, che per questa vicenda, nella quale era stato indagato, aveva deciso di autosospendersi. Salvo essere completamente riabilitato dopo che i pm ne archiviavano la posizione.
Siamo in presenza di una nuova tangentopoli?
“Credo che non si possa assolutamente paragonare questa vicenda con Tangentopoli e tanto meno con Mafia Capitale. Parliamo di un caso sicuramente grave ma isolato. Per questo il Movimento 5 Stelle ha subito reagito”.
Sul caso Frongia, la cui posizione di indagato sembra prossima all’archiviazione, lei che ha vissuto una situazione simile, cosa si sente di dire?
“Sono vicino a Daniele perché a volte ci si può trovare in situazioni difficili senza aver commesso alcun reato così come è successo a me. Ho fiducia nel lavoro della magistratura e sono sicuro che sarà chiarito tutto in brevissimo tempo”.
In qualità di esponente del Movimento 5 Stelle, come vive la vicenda dell’arresto di De Vito?
“Sono in attesa della mia archiviazione dopo lo stralcio dall’inchiesta e questo momento felice che dimostra la mia completa estraneità ai fatti è sicuramente rattristato sul piano umano da quello che è successo. Non me lo aspettavo”.
Autosospensioni ed espulsioni, che di fronte alle inchieste della magistratura nel M5S sono la norma, bastano per affermare che il Movimento è diverso dagli altri partiti?
“È la reazione che fa la differenza. Nel Movimento sei fuori dopo due minuti per reati gravi o comunque ci si auto-sospende in attesa di successivi chiarimenti. È questa la differenza”.
In passato ci sono stati altri indagati nel Movimento, non ultima la sindaca Raggi, ma si è deciso di attendere il verdetto della magistratura mentre con De Vito no. Sono stati usati due pesi e due misure?
“I due casi non sono paragonabili. Marcello De Vito in questo momento è in carcere. La sua colpa appare grave, si parla di corruzione. La sindaca è stata accusata e poi assolta, come tutti ci aspettavamo, per abuso d’ufficio”.