Entrare nel capitale di Alitalia resta una scommessa che spaventa, e con la ritirata di EasyJet a un passo dall’accordo l’ex compagnia di bandiera si accinge a tornare quasi interamente pubblica. Ad eccezione di Delta Airlines, che salirà a bordo con la quota minima del 10%, e di una identica partecipazione di Air France Klm, il resto del nostro vettore sembra destinato a tornare di proprietà dello Stato, attraverso una serie di soggetti diversi, con in prima fila le Ferrovie, Cassa Depositi e Prestiti, Fincantieri, Fintecna e Finmeccanica-Leonardo.
Almeno il 15% resterebbe direttamente di proprietà del Ministero dell’Economia, attraverso la conversione in azioni del prestito ponte da 900 milioni in scadenza a giugno. Il via libera di Delta aggiunge però quella competenza di carattere industriale su cui punta l’Ad di Ferrovie, Gianfranco Battisti, riuscito a convincere il colosso americano, a fronte di un maggiore investimento delle Fs che si faranno carico della quota a cui ha rinunciato EasyJet. La partecipazione delle Ferrovie salirà dunque dal 30% previsto ad almeno il 40%.
In questo modo Alitalia potrà riprendere il volo, scongiurando il crash della compagnia o la svendita a spezzatino, sulla quale aveva messo gli occhi più di tutti Lufthansa. Con l’ingresso di Delta avremo però un gruppo molto orientato sulle tratte a lungo raggio, focalizzato sugli Stati Uniti e in grado di avvantaggiarsi di uno dei maggiori network aerei intercontinentali, in grado di aggredire il comparto capace di generare quei margini che non sono arrivati nelle due precedenti gestioni, quando Alitalia in mano a Colaninno si concentrò sulle tratte interne, e poi passata agli arabi di Ethiad aggiustò il tiro puntando però sull’Oriente.
Con il nuovo scenario, la compagnia italiana avrà però bisogno di una nuova flotta, visto che solo 25 aeromobili degli attuali 118 sono attrezzati per il lungo raggio (mentre il resto copre il medio e corto raggio). Per comprare altri Boeing 777 o Airbus 330 Battisti ha chiesto al Mef di allargare il capitale, coinvolgendo altre società partecipate dirette o indirette come Quattro R, il fondo che ha come sponsor Cdp ma anche Poste vita per conto della quale potrebbe intervenire, Fintecna e appunto Finmeccanica-Leonardo. La nuova Alitalia potrebbe partire con un fabbisogno di capitale tra 750 milioni e un miliardo, somma su cui va calcolata la disponibilità del sistema bancario italiano e statunitense a fornire ancora la finanza necessaria. Gli advisor di Fs e Delta avrebbero individuato gli istituti disposti a erogare un prestito ponte da 400 milioni.