Entro aprile il Governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, dovrà provvedere a ricalcolare i vitalizi degli ex consiglieri regionali (che pesano sulle tasche degli abitanti del Lazio per circa 16 milioni di euro l’anno), come previsto dalla legge di bilancio approvata dal Governo guidato da Giuseppe Conte lo scorso dicembre. Se non si adeguerà, lo Stato taglierà del 20% i trasferimenti erariali (ad eccezione di quelli destinati al finanziamento del Servizio sanitario nazionale, alle politiche sociali, alle non autosufficienze e al trasporto pubblico locale).
“Tale rischio non si sarebbe corso – spiega la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle alla Regione Lazio, Valentina Corrado – se Zingaretti anziché continuare ad applicare tagli minimi ai vitalizi già in pagamento, attraverso lo strumento di un contributo di solidarietà temporaneo, che ha portato il costo annuale da 20 a 16 milioni, avesse approvato con la legge di bilancio 2019, la mia proposta”.
Consigliere, ora come sono calcolati i vitalizi già in pagamento?
“Il sistema prende in considerazione sia l’indennità di carica, che è lo stipendio vero e proprio, sia la diaria, che è una sorta di rimborso spese”.
Cioè oggi paghiamo i vitalizi calcolati anche in base ai rimborsi spese erogati ai vecchi consiglieri regionali?
“Esattamente. Inoltre il calcolo è fatto in base al sistema retributivo”.
Mentre lei cosa aveva proposto?
“Chiedevo di tenere fuori dal calcolo la diarie e di utilizzare il sistema contributivo, che è quello che si applica ai comuni mortali”.
Cos’altro prevede la norma fatta approvare da Zingaretti?
“Quello che è più importante è ciò che non prevede. Cioè non ha inserito il divieto di cumulo tra il vitalizio da consigliere regionale e quello da parlamentare o da eurodeputato”.
Per quale motivo il presidente della Regione non accolse la sua proposta di modifica visto che ora dovrà comunque mettere nuovamente mano alla norma sui vitalizi?
“L’emendamento fu bocciato perché, a detta della Giunta di Zingaretti, quella che era una previsione normativa già approvata dalle Camere ancora non era legge dello Stato. Dispiace constatare che per le cose di buon senso si debba attendere un obbligo formale. Ormai non ci sono più scuse: chiediamo che la proposta di legge venga calendarizzata e discussa al più presto per introdurre una misura di giustizia sociale obbligatoria per legge grazie all’M5S”.