“Sono rimasto interdetto del fatto che la Lega abbia messo in discussione il governo sulla Tav. Mettere a rischio il governo è assurdo e paradossale. Chi vuole mandare a casa questo governo tifa per la Tav per dividerci e far saltare il governo e questo fa ancora più male. Il tema vero è che non c’è accordo nel governo. Tutto quello che abbiamo avviato lo abbiamo concluso. Sto lavorando insieme ai tecnici per far sì che questo risultato vada in porto. Se c’è accordo nel governo la strada tecnica c’è sempre. Il fatto che su due vice premier e un presidente del consiglio in due siano critici non può portare al fatto che siccome ad uno non va bene decide solo uno, perché non funziona così”. E’ quanto ha detto il vicepremier e leader del M5S, Luigi Di Maio, commentando i disaccordi con il leader della Lega Matteo Salvini sul tema del Tav.
Di Maio definisce il Tav “un’opera che non sta in piedi” aggiungendo che nella fase di contrattazione del programma di governo “ci siamo impegnati a inserire una dicitura in cui ci si impegna a ridiscutere il progetto “ma mettere la linea Alta Velocità Torino-Lione nel contratto non è stata una volontà ideologica”. “Non siamo contro l’Alta velocità e le infrastrutture italiane – ha aggiunto Di Maio -, perciò abbiamo commissionato una analisi costi-benefici. Un’analisi che ha confermato che c’è un fondamento scientifico: questa opera non è produttiva per il Paese”.
“Quando abbiamo scritto il contratto lo abbiamo fatto in 6 giorni – ha detto ancora leader del M5S – , è un atto solenne e anche quello che fonda tutta la nascita del governo: il cosa prima del chi. E’ il contratto nel quale mi sono adoperato come capo politico per proporre temi che M5s aveva piu a cuore. M5s nasce con una convinzione: i soldi delle tasse degli italiani si devono spendere bene per atti utili, iniziative fondamentali e che in Italia ci sono priorità da affrontare”.
“Ci tengo a dire che quando è venuta fuori l’analisi costi/benefici – ha aggiunto Di Maio – non era un risultato scontato, perché su altre opera su cui eravamo contro quando sono partite l’analisi costi/benefici ha detto che dovevano andare avanti: il Terzo valico, Brennero, Tap, questioni fondamentali per il Movimento. Non si può fare l’arbitro a partita conclusa. L’analisi costi-benefici è stata complessa, non si può dire ora che non convince. Adesso deve iniziare l’interlocuzione tra Italia e Francia per ridiscutere il progetto alla luce dell’analisi costi-benefici. Siamo consapevoli che ci sono degli impegni, delle leggi ma non si possono vincolare soldi degli italiani ad una opera che si deve ridiscutere. Se stiamo parlando dei soldi degli italiani prima vai a ridiscutere l’opera e poi decidi cosa vai a farne dei soldi”.
“Sto lavorando – ha detto ancora il vicepremier – insieme ai tecnici per far sì che questo risultato vada in porto. Noi abbiamo le soluzioni tecniche per evitare di vincolare i soldi degli italiani. L’obiettivo è che ci sia un accordo, la questione è politica. E’ chiaro che tutte le soluzioni tecniche riguardano l’impegno dei soldi degli italiani. Quello che mi interessa è dare coerenza a quello che stiamo facendo. La ridiscussione dell’opera prevede un processo, ma io voglio la garanzia che mentre discutiamo Di questo si faccia sul serio”.