È vero che il primo giorno non c’è stato il temuto assalto agli sportelli delle Poste, ma il caf di Ostia di sicuro era intasato da almeno tre nuclei della famiglia Spada, tutti in fila per poter prenotare il loro reddito di cittadinanza. La famiglia di origini sinti partita dall’Abruzzo negli anni ‘50 e che ora, nonostante una condanna in primo grado per associazione mafiosa, continua a dettare legge sul mare di Roma, vuole il sussidio economico.
E così nei giorni scorsi, gli Spada si sono recati in un centro di assistenza e hanno preso appuntamento per compilare il modello Isee, documento preliminare per poter poi presentare la domanda per il sussidio. Immediata la reazione del vicepremier Luigi Di Maio, che in un tweet ha scritto di poter garantire che chi fa parte del clan Spada non prenderà un solo euro. “Il Reddito di Cittadinanza è una misura per il sostegno degli invisibili, per ridare una speranza a chi la merita, ha commentato Di Maio, posso garantire che gli Spada non prenderanno un solo euro. Nemmeno uno. Ho già chiesto personalmente di fare le opportune verifiche sul caso”.
Intanto il senatore di Forza, Francesco Giro, ha già annunciato un’interrogazione parlamentare, mentre il collega di partito Sestino Giacomoni, deputato e vicepresidente della commissione Finanze, ha affermato: “il caso della famigerata famiglia Spada che a Ostia ha presentato domanda per ottenere il reddito di cittadinanza conferma le nostre preoccupazioni. Chi di Spada ferisce, di Spada perisce”.