Basti pensare al titolo di prima pagina di ieri de La Repubblica: “Il Governo prepara la mini-Tav. Nuova analisi per ridurre i costi”. La tesi del giornale è che Giuseppe Conte avrebbe commissionato una nuova analisi costi-benefici per pensare a un’opera ridotta e ridurre, appunto, la spesa. Il tutto, ovviamente, nel tentativo di una mediazione tra Lega e Cinque stelle. Bell’idea, peccato sia una boutade, una notizia che al mattino già aveva ricevuto una bella smentita da parte di Palazzo Chigi: nessuna ipotesi di mini-Tav né integrazioni all’analisi costi-benefici sul Tav.
Il premier, chiarisce la nota, “non ha aperto a nessuna ipotesi di mini-Tav né ha mai richiesto un ulteriore contributo all’analisi costi-benefici dell’opera, contributo che è stato invece sollecitato dal Mit. Il Presidente Conte non ha mai anticipato nessun giudizio, mentre ha sempre ribadito e ancora ribadisce che verrà presa, nella massima trasparenza, la migliore decisione possibile nell’interesse esclusivo del Paese e dei cittadini all’esito dello studio attento del dossier e del confronto politico che ne conseguirà”. Non si capisce a questo punto da dove sia emersa l’indiscrezione pubblicata da diversi giornali, considerando banalmente che per realizzare il report sui costi e benefici “ufficiale” ci sono voluti la bellezza di quattro mesi: come sarebbe stato possibile realizzarne un altro in due giorni, lascia quantomeno interdetti.
Questo, però, non vuol dire che la posizione all’interno del Governo sia chiara. L’alta velocità Torino-Lione è stata oggetto di dibattito al forum economico franco-italiano di Versailles. Il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire, ha sottolineato l’esigenza di migliorare i collegamenti tra Francia e Italia e ha ribadito che Parigi è “favorevole” al proseguimento del cantiere della Tav Torino-Lione. “Ora aspettiamo che l’Italia prenda posizione su questo dossier sui cui Francia è favorevole”. “Credo che il Governo stia andando verso quella direzione”, lo ha detto il ministro dell’Economia, Giovanni Tria. “Ci sono posizioni differenti nel governo ma credo che ci sarà un’evoluzione positiva perché sono i fatti” che portano in quella direzione. “Del resto c’è una legge su questo e per cambiare ci sarebbe bisogno di un’altra legge, ma non credo sarà cosi”, ha spiegato il titolare di via XX Settembre.
È stato invece lo stesso Danilo Toninelli a chiarire la posizione dei pentastellati e ribadire “profondamente, come M5s, il no alla Tav senza alcun pregiudizio“. “Il Tav può anche servire – ha aggiunto – e sono felice se dopo il 2070 serve, ma io sono il ministro delle infrastrutture e mi sento responsabile se domani crolla un altro ponte e muore qualcuno, anche se giuridicamente non lo sono, perché avrei potuto impiegare le risorse del Tav per fare manutenzione a quella infrastruttura”. A parlare per la Lega è stato il sottosegretario Giancarlo Giorgetti che ha dichiarato: “la Tav è un’infrastruttura importante per tenere l’Italia legata al resto d’Europa”. Parliamo di “una decisione sofferta, non c’era – riconosce l’esponente della Lega – nel Contratto di governo una posizione univoca, altrimenti l’avremmo già trovata. Dobbiamo dare tempo al processo di maturazione che possa portare – spiega – a realizzare un’opera con minore impatto ambientale e costi ridotti”. La Lega, dunque preme. Il Movimento controbatte. E chiude la discussione.