Da una parte la Lega che con un’interrogazione in commissione di Vigilanza tenta di bloccare il ritorno di Michele Santoro alla Rai. Con modalità che ricordano molto l’editto bulgaro di berlusconiana memoria (evocato ieri implicitamente dal giornalista) con cui lo stesso Santoro, insieme ad Enzo Biagi e Daniele Luttazzi, furono messi alla porta di Viale Mazzini. Dall’altra il Movimento Cinque Stelle che, invece, senza entrare nel merito della vicenda né prendere posizione per le parti in causa, invoca e difende la piena autonomia della Rai nelle scelte relative ai programmi.
Né più né meno ciò che ci si aspetterebbe e che dovrebbe fare il servizio pubblico. Ad aprire il caso, una lettera inviata da Santoro ai presidenti della Camera, della Rai e della stessa Vigilanza, per lamentare l’iniziativa “senza precedenti” della Lega con l’interrogazione che, senza sollevare “obiezioni di merito su fatti, accordi reali o (cosa che sarebbe comunque grave) trattative in corso”, utilizza “voci di corridoio (su una eventuale collaborazione dell’ex conduttore di Ballarò, ndr), per diffondere falsi allarmi e costringere la Rai a chiudermi la porta in faccia”.
Parole che scatenano commissario Pd della Vigilanza, Michele Anzaldi. “Santoro denuncia la vergognosa censura preventiva firmata Lega in Rai, ma da presidente Camera Fico arriva solo assordante silenzio. Lo stesso di Barachini e Casellati. Denuncia volto simbolo informazione non merita neanche una risposta? Fico ha così paura di Salvini?”, twitta il segretario della Vigilanza Rai in difesa del collega giornalista, puntando il dito pure contro l’“imbarazzante silenzio del direttore di rete Freccero”.
Insomma, un vero e proprio caso dal quale i Cinque Stelle si tengono a debita distanza. “Non so se Santoro si sia incontrato o meno con Freccero e non conosco i loro progetti, se ne hanno. Quello che è certo è che i manager devono prendersi le proprie responsabilità facendo le scelte che ritengono più idonee. Il che significa programmare nella massima libertà, scegliere i giornalisti e i conduttori che ritengono più adatti”, taglia corto il vice presidente della Vigilianza, Primo Di Nicola (M5S). Come dire: vietato interferire nell’autonomia dell’azienda. La politica si tenga a debita distanza.