Slitta ancora la pubblicazione dei bandi di gara della Torino-Lione. La decisione è arrivata ieri, al termine del consiglio d’amministrazione di Telt (la società italo francese incaricata della costruzione). Una riunione fiume, a Parigi, durante la quale si è deciso all’unanimità il rinvio. “Breve”, però, perché il tempo sta per scadere: a rischio ci sono 300 degli 813 milioni di finanziamenti europei per il periodo 2015-2019. A chiedere la “tempestiva pubblicazione dei bandi”, durante il consiglio d’amministrazione della società incaricata da Italia e Francia di realizzare la sezione transfrontaliera della nuova linea ferroviaria ad Alta Velocità, è stato il rappresentante della Commissione europea.
Per l’Italia, che dopo la bocciatura dell’analisi costi-benefici non ha ancora trovato una sintesi politica tra Lega e 5 Stelle, siamo dunque agli ultimatum. Date non ce ne sono ma è verosimile immaginare che la pubblicazione debba avvenire entro marzo, altrimenti addio ad oltre il 30% della contribuzione di quanto previsto per questa prima fase dell’opera. “E’ il segno che in Italia sulla Tav il mondo va alla rovescia”, ha sostenuto il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino. Per il governatore, si passa così “dalla disponibilità della Ue a finanziare al 50% l’intera opera, comprese le tratte nazionali, con significativi risparmi per gli italiani, si passa al rischio concreto di perdere i contributi già stanziati dall’Europa”.
“L’ennesima balla”, per i No Tav, forti della precisazione del ministero dei Trasporti francese, secondo cui “nessuna nuova decisione” è stata presa dalla Commissione europea sul finanziamento della Torino-Lione. La politica italiana, e in particolare gli alleati di governo Lega e M5S restano divisi. Dal Pd chiedono che sia votata subito la mozione per sbloccare i lavori della Tav: così potremmo capire se la Lega farà pagare agli italiani i primi 300 milioni di penali.