Il presidente della Camera, Roberto Fico, e quello del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, navigano a vista per trovare la quadra sulla ratifica delle intese per l’autonomia di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Non è bastato l’incontro a tre di due giorni fa con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. A complicare le cose c’è la mancanza di precedenti. I testi portati la scorsa settimana in Consiglio dei Ministri dalla ministra leghista delle Autonomie, Erika Stefani, che non sono stati approvati, prevedono l’inemendabilità da parte del Parlamento. Una scelta, quest’ultima, fortemente voluta dalla Lega e resa possibile grazie alla decisione di utilizzare per l’approvazione delle intese in Parlamento, l’iter previsto per la ratifica degli accordi con le confessioni religiose.
Una procedura che prevede che le intese una volta varate dal Consiglio dei Ministri siano trasmesse al Parlamento per il voto con la maggioranza assoluta dei partecipanti, senza possibilità di apportare modifiche al testo. Tale iter non è mai stato seguito per dare autonomia alle Regioni visto che è la prima volta dal 2001 che il governo è arrivato a siglare degli accordi per l’autonomia con le Regioni. E’ qui che nasce il nodo che i presidenti delle Camere devono sciogliere visto che spetta a loro governare i lavori parlamentari per l’approvazione delle intese. Infatti non esistendo una procedura consolidata si sta studiando la strada per evitare inciampi che potrebbero far sprofondare per sempre nella palude parlamentare le intese sulle autonomie, Fico e la Casellati devono trovare un accordo.
Peccato che l’accordo per ora non esista neppure tra i partiti di governo, dal momento che la Lega vuole le intese come le ha scritte la Stefani senza che il parlamento le possa modificare. Mentre il Movimento 5 Stelle sta ancora cercando al suo interno di capire quali delle proposte della Lega siano di proprio gradimento e quali siano del tutto inammissibili. In questo caos che ha portato il Consiglio dei Ministri a non approvare le intese per evitare di andare incontro a una guerra fratricida tra i partiti di governo, si inserisce la partita di Fico e Casellati. Il presidente della Camera vorrebbe consentire al Parlamento di cambiare il testo delle intese mentre la Casellati sarebbe favorevole all’inemendabilità.
La terza via per mettere d’accordo i presidenti sarebbe quella di investire della questione le Giunte del regolamento di Camera e Senato per mettere a punto una procedura che consenta al Parlamento di fare modifiche senza rimandare all’infinito la discussione. Infatti visto che si tratta di intese firmate dalle Regioni, qualsiasi modifica parlamentare dovrebbe essere rinviata alle Regioni per consentirgli di valutarne la portata. C’è un’altra questione che stanno esaminando i tecnici, e riguarda il fatto che gli accordi per l’autonomia con le tre Regioni sono stati firmati dal Governo Gentiloni, dopo le elezioni del 2018, quando era in carica solo per gli affari correnti mentre la firma sull’autonomia delle Regioni non è ordinaria amministrazione.