Voto online per gli iscritti del M5S, attraverso la piattaforma Rousseau, sul caso Diciotti per stabilire se il ministro dell’Interno Matteo Salvini debba essere o meno processato. La Giunta per le immunità del Senato tornerà, infatti, a riunirsi domani alle 13.30 per discutere della richiesta di autorizzazione a procedere avanzata dal tribunale dei ministri di Catania nei confronti del leader della Lega. A Palazzo Madama ci saranno le dichiarazioni di voto e probabilmente anche il voto stesso. I risultati della consultazione saranno divulgati dal M5S questa sera stessa.
“Non è – spiega il blog del M5S in merito alla consultazione online prevista oggi – il solito voto sull’immunità. Di quei casi si occupa l’art. 68 della Costituzione, e su quelli il M5S è sempre stato ed è inamovibile: niente immunità, niente insindacabilità. Questo è un caso diverso: stiamo parlando dell’art. 96 della Costituzione. E’ un caso senza precedenti perché mai in passato la magistratura ha chiesto al Parlamento di autorizzare un processo per un ministro che aveva agito nell’esercizio delle sue funzioni”.
Com’era stato annunciato, Luigi Di Maio gioca il jolly sul caso Diciotti, chiedendo agli iscritti il ‘consenso’ per salvare Matteo Salvini dal processo. La decisione era nell’aria da giorni, visto il crescente malumore tra i parlamentari per l’indecisione del capo politico, che non ha mai preso una decisione, invitando esplicitamente i suoi senatori in Giunta per le Autorizzazioni a concedere l’immunità all’alleato di Governo o a dire sì ai giudici del Tribunale dei ministri di Catania.
Come si sa, questo “limbo” ha creato sacche di insofferenza tra i Cinquestelle. Affidarsi al voto online sulla piattaforma Rousseau è – nelle intenzioni del leader – il modo più efficace di ottenere quello che vuole (il no all’autorizzazione a procedere) e zittire la fronda interna, che avrebbe preferito accontentare i giudici. Difficile, infatti, che la base voti a favore del processo. In quel caso, infatti, il ministro dell’Interno potrebbe subire una condanna, che spalancherebbe le porte all’incompatibilità prevista dalla legge Severino, con conseguenze immaginabili sull’esecutivo.
Inoltre, si creerebbe un pericoloso precedente proprio per il ministro del Lavoro, la cui memoria è stata trasmessa a Catania, insieme a quella del premier, Giuseppe Conte, con la possibilità di finire entrambi iscritti nel registro degli indagati. Non a caso il quesito dovrebbe ricordare che gli stessi Conte, Di Maio e Toninelli si sono assunti una responsabilità collegiale per la vicenda. L’accusa, nei confronti di Salvini, è di sequestro di persona per aver lasciato in mare i 177 migranti tratti in salvo dalla nave della Marina, Diciotti.