Di sicuro non ci si può sospettare di tifoseria per Vincenzo De Luca, ma ieri il presidente della Regione Campania ne ha fatta una giusta. Mentre Lega e 5S faticano ad accordarsi sulla maggiore autonomia da concedere a Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, il governatore ha spezzato la retorica del Sud che si mette di traverso per non perdere quattrini, rivendicando gli stessi vantaggi destinati al Nord. Una mossa inattesa, perché la paura del Mezzogiorno è che la “secessione dei ricchi” riduca i trasferimenti pubblici già insufficienti per i servizi essenziali. De Luca, cavalcando le ragioni che hanno spinto anche i 5 Stelle ad appoggiare i referendum consultivi del 2017, ha compreso che più autonomia significa più responsabilità su come si amministrano le risorse e si impediscono gli sprechi. Un aspetto di cui purtroppo non abbiamo sentito una parola dalla raffinata intellighenzia meridionale, sopraffatta dalla preoccupazione di vedere impoverire una parte del Paese già di suo abbastanza in miseria. L’autonomia differenziata invece porta con se la assoluta necessità di migliorare la spesa pubblica, e se ben definita consentirà alle Regioni del Nord di guadagnare in efficienza, rafforzando il loro ruolo di locomotiva dell’economia nazionale, mentre al Sud cominceranno a sparire abitudini come quella di pagare una siringa dieci volte di più rispetto agli altri ospedali d’Italia. Va impedito però lo stesso pasticcio della riforma del Titolo V della Costituzione, e per questo l’idea di porre al Parlamento testi blindati è semplicemente fantascientifica.
L'Editoriale
Il presidente della Regione Campania De Luca ne ha fatta una giusta. Ha capito che l’autonomia farà bene anche al Sud
Il governatore campano De Luca vuole l'autonomia