Venticinque anni dopo la verità sull’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin è ancora lontana. La Procura di Roma ha, infatti, formalizzato una nuova richiesta di archiviazione dell’ultima inchiesta aperta per tentare di fare luce sui misteri dell’assassinio della giornalista del Tg3 e del suo operatore, avvenuto il 20 marzo 1994 a Mogadiscio. Le indagini erano state riaperte lo scorso anno quando il gip di Piazzale Clodio, Andrea Fanelli, accogliendo un’istanza dei legali della famiglia Alpi, aveva disposto ulteriori accertamenti dai quali, però, non sarebbero emersi elementi utili per proseguire le indagini. “La decisione del Procura di chiedere una nuova archiviazione non è certo un fulmine a ciel sereno. E’ una decisione che dispiace, ma attendiamo di leggere il provvedimento per una analisi più approfondita”, ha commentato l’avvocato Giovanni D’Amati, uno dei legali dei familiari della giornalista.
La riapertura delle indagini doveva stabilire il movente e l’autore dell’assassinio, ancora oggi ignoto. In particolare il gip aveva disposto accertamenti sulla trascrizione di un’intercettazione telefonica tra due cittadini somali, nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Firenze, in cui si faceva chiaro riferimento all’omicidio Alpi-Hrovatin. Il gip, quindi, aveva chiesto di ascoltare Mohamed Geddi Bashir per accertare da chi avesse ricevuto l’informazione che Hashi Omar Hassan – il somalo inizialmente condannato a 26 anni per l’omicidio e poi assolto nel processo di revisione – “era stato ingiustamente condannato per l’omicidio di Ilaria Alpi e che quest’ultima era stata invece uccisa da militari italiani”. Nella prima richiesta di archiviazione, a giugno 2018, il pm Elisabetta Ceniccola aveva sostenuto che le nuove intercettazioni erano sostanzialmente irrilevanti e non rappresentano uno spunto solido per avviare nuovi accertamenti.
“La procura di Roma – commentano in una nota congiunta Fnsi, Usigrai, Cdr del Tg3 e Articolo21 – ha chiesto l’archiviazione per l’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin a quasi 25 anni dal loro assassinio. Ci auguriamo che la richiesta non sia accolta e comunque il prossimo 20 marzo, nel corso della iniziativa già fissata alla Camera dei Deputati, torneremo a chiedere che sia compiuto ogni sforzo per arrivare alla verità e alla giustizia. La stessa Commissione speciale sulle ecomafie potrebbe da subito tornare sui traffici di allora tra Italia e Somalia, sulle denunce di Ilaria, sui depistaggi e le omissioni messe in atto anche dai Servizi deviati e da apparati dello Stato. Non abbiamo intenzione di archiviare alcunché e chiediamo alla Rai e a tutti i media di tornare a illuminare a giorno questa orrenda pagina della nostra storia”.