Alla scadenza dell’ultimatum dell’Europa i maggiori leader europei (Spagna, Francia, Germania, Regno Unito, Danimarca, Svezia, Austria, Paesi Bassi, Portogallo, Lituania e Lettonia) hanno riconosciuto Jean Guaidò presidente ad interim del Venezuela chiedendo al più presto nuove elezioni. L’Italia, per il momento, non ha ancora preso una posizione ufficiale. Il M5s, per bocca di Alessandro Di Battista, afferma che “ci vuole coraggio a mantenere una posizione neutrale in questo momento.” “L’Italia – ha aggiunto l’esponente pentastellato – non è abituata a farlo. Ci siamo sempre accodati in modo vile agli ‘esportatori di democrazia’. L’Europa dovrebbe smetterla una volta per tutte di obbedire agli ordini statunitensi”. Si schiera per libere elezioni al più presto la Lega, sottolineando che Nicolás Maduro “è uno degli ultimi dittatori di sinistra rimasti in giro, che governa con la forza e affama il suo popolo”.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato, questa mattina, che il legame tra i due paesi “è strettissimo, per i tanti italiani che vivono in Venezuela e per i tanti venezuelani di origine italiana”. Una condizione, ha detto il capo dello Stato, che richiede “senso di responsabilità e chiarezza su una linea condivisa, con tutti i nostri alleati e tutti i nostri partner dell’Unione europea”. “D’altronde – ha aggiunto Mattarella -, nella scelta che si propone non vi può essere né incertezza né esitazione: la scelta tra la volontà popolare e richiesta di autentica democrazia, da un lato, e, dall’altro, la violenza della forza”.
“L’Italia segua l’Europa: non c’è tempo”, l’appello di Guaidò, in un colloquio con il Corriere della sera. Il presidente autoproclamato chiede di “ascoltare la voce degli italiani che vivono in Venezuela”. “Non è facile per noi – ha detto ancora Guaidò – capire la politica italiana o le difficoltà interne del vostro governo ad assumere certe posizioni. Immagino che anche il resto del mondo non possa capire fino in fondo come funzionano le cose da noi. Ma qui ci sono alcuni fatti evidenti che in Italia si devono conoscere”.
“In Venezuela – ha aggiunto il presidente ad interim – negli ultimi quindici anni sono morte a causa della violenza 250.000 persone. Nel nostro Paese c’è stato un bagno di sangue a causa dell’esplosione della criminalità, alla quale vanno aggiunte le azioni delle forze di repressione di Maduro che hanno commesso innumerevoli violazioni dei diritti umani comprese vere e proprie esecuzioni. Questa è la triste realtà del nostro Paese, sono fatti”. “Se i governi europei vogliono contribuire a fermare tutto questo – ha aggiunto Guaidò – devono muoversi in blocco affinché le forze che ancora sostengono Maduro sentano tutto il peso della pressione diplomatica e politica dell’Europa. E’ molto importante per noi e per il ritorno della democrazia in Venezuela”.
Nicolás Maduro, il leader chavista, intanto, ha annunciato di aver inviato una lettera a Papa Francesco. “Spero che sia in viaggio o che sia arrivata a Roma, al Vaticano, – ha detto Maduro – dicendo che io sono al servizio della causa di Cristo. E con questo spirito gli ho chiesto aiuto, in un processo di facilitazione e di rafforzamento del dialogo, come direzione. Io chiedo al Papa che produca il suo miglior sforzo, la sua volontà per aiutarci nella strada del dialogo. Speriamo di ricevere una risposta positiva”.