Cresce di poco, ma cresce. Come certificato dal progetto di bilancio di previsione 2019 della Corte Costituzionale. Che quest’anno costerà ai contribuenti 55 milioni 472mila 726 euro e 25 centesimi. Vale a dire, 516mila euro in più rispetto al 2018. Una spesa che sarà coperta, quasi per intero, con i 55 milioni 200mila euro del contributo dello Stato per le spese di funzionamento della Consulta. Un importo pari, in percentuale, allo 0,009% delle spese correnti del Bilancio dello Stato, come sottolineato le note che accompagnano il documento contabile.
A farla da padrone, anche quest’anno, i costi del personale, togato e non. Gli assegni spettanti ai 15 giudici della Consulta graveranno sulle casse della Corte per 7 milioni 917mila euro tra stipendi e oneri vari. Esattamente la stessa cifra dell’anno scorso. Ma va detto, come ricordano le note al bilancio che, con la sforbiciata che dal 1° maggio 2014 ha tagliato del 22,6% le loro competenze, la retribuzione dei giudici costituzionali è stata ridotta da 465mila 138 euro a 360mila euro lordi l’anno (432mila per il presidente). Al netto, 169mila 384 euro, circa 13mila al mese per 13 mensilità.
Mentre per le pensioni degli ex ermellini a riposo (24 ex giudici costituzionali) e relativa reversibilità (versata attualmente ad 11 superstiti), se ne andranno altri 4 milioni 415mila euro. Ma non è tutto. Quasi la metà dell’intera spesa della Consulta, per un totale di 26 milioni 680mila euro, sarà assorbita, anche nel 2019, dagli stipendi del personale di ruolo (7 milioni 480mila euro più oneri vari per altri 9 milioni 285mila euro) e a diverso titolo impiegato a Palazzo della Consulta. Mentre il conto per il personale in quiescenza (147 ex dipendenti e 88 superstiti) ammonterà a 8 milioni 455mila euro.
Poi ci sono le spese per l’acquisto di beni e servizi: in tutto 4 milioni 158mila 600 euro. Comprese bollette elettriche (290mila), acqua (33mila), riscaldamento (79mila) e telefonia (217mila euro). Qualcosa si risparmierà su “noleggio, assicurazione, manutenzione e spese di funzionamento autovetture”: dai 496mila euro del 2018 si scende infatti ai 330mila di quest’anno.