Stop alla missione Sophia per il controllo del Mediterraneo. Lo ha deciso la Germania, che ha annunciato che non sostituirà la fregata impegnata nel Canale di Sicilia in attesa che “venga definito il mandato della missione”. Ma la decisione tedesca rischia di significare la fine di ogni attività. Diminuendo così drasticamente il numero di navi militari attive nel Canale di Sicilia per soccorrere i migranti e controllare i trafficanti di uomini. E, ancora, il fallimento dell’unico tentativo finora messo in piedi di unica difesa europea.
Non risulta che il governo Conte e i vertici militari di Roma siano stati consultati prima della decisione. Ma negli ultimi mesi le tensioni sull’operazione europea sono arrivate a un livello altissimo. La linea di Matteo Salvini, con la chiusura dei porti ai migranti recuperati in mare, ha posto i comandanti delle unità internazionali su una rotta senza uscita. Le discussioni condotte a Bruxelles si sono concluse senza un accordo definitivo e un rinnovo di soli tre mesi.
Ma il destino di Sophia è apparso segnato. Le fonti governative di Berlino citate dai media attribuiscono ora il ritiro proprio alla “linea Salvini”. Che ha subito replicato: “La missione aveva come mandato di far sbarcare tutti gli immigrati solo in Italia e così ha fatto, con 50mila arrivi nel nostro Paese. Se qualcuno si fa da parte, per noi non è certo un problema”. Il portavoce della Difesa tedesca non ha voluto commentare il peso della posizione di Salvini nella scelta, limitandosi a dire che l’invio di una nuova nave “è sospeso”. Vedremo per quanto.
“Abbiamo parlato ora con i tedeschi: la Germania non si ritira dall’Operazione Sophia. Hanno posizioni chiave che rimangono nel mio quartier generale e sulla flagship”, ha detto, questa mattina, il comandante dell’operazione Sophia, ammiraglio Enrico Credendino. “La nave Berlin – ha aggiunto – che doveva arrivare il 6 febbraio è stata designata e rimarrà in Germania, pronta a muoversi in due settimane in attesa che si chiarisca la situazione dei porti di sbarco e il futuro dell’operazione. Quindi – ha sottolineato l’ammiraglio – non cambia assolutamente nulla, la Germania rimane uno dei principali partner dell’operazione. Peraltro è uno dei contributori principali in termini di navi”.
“La missione – ha detto ancora Credendino – ha senz’altro contribuito, anche grazie all’addestramento della Guardia Costiera e della Marina libica, alla riduzione dei flussi migratori dell’87% l’anno scorso rispetto a quello precedente, del numero dei morti in mare, che nel 2016 sono stati oltre 4500, mentre nel 2018 sono stati 1305, ma ha anche contribuito ad aumentare la sicurezza nel Mediterraneo contrastando la rete criminale”.