Torna di moda il contrabbando di tabacchi lavorati. L’assalto di ieri a Fasano a un tir che trasportava 7 tonnellate di sigarette è solo l’ultimo di una serie di furti che negli ultimi mesi hanno preso di mira il settore della vendita e distribuzione di tabacchi lavorati. Secondo gli esperti, questa recrudescenza del fenomeno del contrabbando è dovuta al nuovo sistema di controlli delle frontiere che sta rendendo la vita particolarmente difficile ai contrabbandieri internazionali. Così la malavita sta correndo ai ripari, per evitare di incorrere nelle verifiche frontaliere, attraverso due differenti strategie; il furto di carichi destinati ai tabaccai e ai depositi fiscali e la costruzione di fabbriche clandestine in Italia.
Si tratta di un business estremamente redditizio e dai rischi giudiziari moderati se si paragonano le pene a cui si va incontro per il contrabbando di sigarette con quelle comminate a per il traffico di droga. Nell’ultimo anno il commercio illegale di tabacchi ha prodotto un danno alle finanze pubbliche stimato in una forbice che va tra i 650 milioni e il miliardo di euro. A far suonare il campanello d’allarme, lo scorso dicembre, è stata la scoperta a Napoli da parte della Guardia di Finanza di una vera e propria fabbrica di sigarette contraffatte. Operazione che ha seguito un altro traffico avvenuto vicino a Pavia nell’autunno del 2017. Due impianti di produzione illegale di bionde scoperti in due anni dove sono state rinvenute complessivamente 54 tonnellate di tabacco lavorato.
Considerando che per un chilogrammo di sigarette lo Stato incassa almeno 175,54 euro, solo quanto è stato sequestrato tra Pavia e Napoli, avrebbe potuto provocare un danno erariale di almeno 10 milioni di euro. Un trend segnalato anche dalla Direzione Investigativa Antimafia e Antiterrorismo che evidenzia una recrudescenza del contrabbando di tabacchi legato prevalentemente alla Camorra che sfrutta i suoi legami con i trafficanti di esseri umani che usano le rotte del basso Mediterraneo per trasportare le sigarette con i migranti.
L‘attività della Camorra non si ferma più alla classica vendita di pacchetti di contrabbando nei mercati cittadini, specie del Napoletano dove la quota di bionde illegali interessa una fetta di mercato che sfiora il 35 per cento. Ormai si tratta di un fenomeno che colpisce tutta Europa, dove la perdita complessiva di gettito causata ai Governi è stimata in circa 10 miliardi di euro. La parte del leone, anche in questo caso, sembrerebbe essere fatta dalla Camorra. Infatti la Dia ha reso noto come, proprio con riferimento alla criminalità di matrice campana, a Berlino, Amburgo, Dortmund e Francoforte, sono state individuate cellule di clan camorristici, i cui principali interessi sarebbero legati al mercato della contraffazione, al contrabbando di tabacchi lavorati esteri ed al traffico di stupefacenti.