Roma-Strasburgo tutta una tirata. Con il capo politico dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, alla guida. E il picconatore del Movimento, Alessandro Di Battista, a fargli da navigatore. Pilota e co-pilota, insomma, insieme per un’unica missione. “Questa Ue così com’è non va. Certe cose vanno prese di petto e non rimandate. Ci avevano detto che non si potevano fare, ma noi l’Europa la cambiamo”, promette, con le mani ben salde sul volante, il vicepremier davanti alla webcam piantata sul cruscotto.
“C’è da fare una battaglia sul merito di alcuni trattati: allargare la platea di chi beneficia di diritti economici e sociali e aumentare i fondi per il dissesto”, gli fa eco il pasionario Dibba dal pulmino del cambiamento. Fino alla meta, dove il tandem M5S prepara lo sfratto pure per la seconda sede, quella di Strasburgo, del Parlamento Ue: “Viene usata una quarantina di giorni all’anno e ci costa un miliardo a legislatura pagato dai contribuenti europei, Italia compresa. Chiudiamola!”.
Così il Di Maio di Governo e il Di Battista di lotta lanciano l’assalto all’Europa. Dopo un periodo di difficoltà, registrata anche dai sondaggi nei quali, però, da qualche settimana a questa parte, per effetto della Manovra, il consenso dei Cinque Stelle è tornato a salire. Un trend che ora, con l’ex deputato impegnato in prima linea a fianco del leader, dopo il viaggio di sette mesi in America, il Movimento conta di rafforzare ulteriormente. “O in Europa cambiano i trattati o se crolla l’Europa non è colpa dei Cinque Stelle – avvertono -. Bisogna modificare i trattati”.
Un cambiamento, del resto, che in Italia ha già mosso i primi passi. Grazie alla legge di bilancio che ha messo nero su bianco la misura bandiera del programma M5S. “Il sito internet per chiedere il reddito di cittadinanza sarà pronto nel mese di marzo – assicura il vicepremier -. Da quel momento nel giro di qualche settimana vi diremo se la persona che ha fatto domanda può accedere al reddito oppure no. E se si, dopo pochi giorni avrete una telefonata del navigator. Non è stato facile ma ci siamo quasi”.
Insomma, dall’Italia all’Europa il passo successivo è obbligato. “Stiamo andando a Strasburgo, di nuovo insieme dopo qualche mese di distanza – aggiugne Di Battista -. Sono molto fiducioso che da qui alle elezioni europee si possano mandare messaggi importanti anche all’Europa. Per quanto riguarda l’Ue, seguivo il tira e molla sulle percentuali da lontano, mi ha indignato dover combattere per ottenere il minimo”. Ed ecco allora un viaggio tra amici, ma con l’Italia nel cuore, per anticipare i prossimi passi.
“Pensiamo che questa Ue così com’è non va. Ma ci sono anche delle cose specifiche che vanno prese di petto e non possono più essere rimandate, che in questi anni ci hanno detto che non si potevano fare, però pensate se il Movimento si fosse arreso di fronte al ‘non si può fare il taglio dei vitalizi’ o ‘non si può fare il taglio delle pensioni d’oro’ – fa notare Di Maio -. alla fine saremmo stati come tutti gli altri”. L’Europa è avvisata.