“L’Europa adesso ha davanti un Governo compatto nel chiedere e ottenere garanzie”. Il capogruppo M5S alla Camera, Francesco D’Uva, archivia le divergenze nella maggioranza sul caso dei migranti della Sea Watch.
Alla fine sui migranti della Sea Watch è passata la linea di Conte. A leggere i titoli dei giornali ad uscire sconfitto dallo scontro nell’Esecutivo è stato Salvini…
“Non ci sono vincitori né vinti, c’è invece un grande risultato per l’Italia e gli italiani. Il nostro Paese ne esce a testa alta, senza essere gravato da spese e soprattutto con una importantissima parola d’ordine: condivisione. L’Europa adesso ha davanti un Governo compatto nel chiedere e ottenere garanzie”.
Però intanto Salvini ha alzato il tiro pure contro la bozza di decreto sul reddito di cittadinanza: senza i fondi aggiuntivi per i disabili ha minacciato che la Lega non la voterà. Più che una normale dialettica tra alleati sembra un ultimatum, non trova?
“I fondi per i disabili ci sono eccome, quindi un ultimatum non è nemmeno ipotizzabile. Cito una misura su tutte: porteremo anche le pensioni di invalidità di chi vive sotto la soglia di povertà a 780 euro”.
Sulla riforma del referendum, che nella proposta originaria non contemplava soglie di validità, è arrivata l’intesa sul quorum (al 25%) invocata dalla Lega. In questo caso è stato il M5S a cedere alle pretese dell’alleato?
“Questo è un gran risultato dal punto di vista della sintesi politica: avevamo detto che la proposta doveva essere arricchita dal dibattito parlamentare, e così è stato. Da oggi tutti gli italiani avranno la possibilità di votare direttamente una legge d’iniziativa popolare se, passati 18 mesi dalla presentazione alle Camere, queste non la avranno ancora presa in considerazione. Come promesso non c’è nessun quorum strutturale, ma un quorum approvativo al 25%”.
Fatto sta che il Consiglio dei ministri è slittato. Ci sono ancora questioni aperte da risolvere nella maggioranza?
“Nessuna questione irrisolta”.
Nel Movimento Cinque Stelle non date molto peso ai sondaggi, ma i primi realizzati nel 2019 da Gpf per La Notizia sul consenso delle forze politiche e il gradimento dei leader, danno i Cinque Stelle e Di Maio in rimonta rispettivamente sulla Lega e su Salvini. E insieme M5S e Lega superano il 60% dei consensi. E’ l’effetto della Manovra del popolo?
“La Manovra rappresenta sicuramente un giro di boa per ogni singolo cittadino. E questo le persone lo sanno. Non è tuttavia solo una questione di Manovra, in questi primi mesi di Governo abbiamo varato decine di provvedimenti che fanno veramente gli interessi dei cittadini: dallo Spazzacorrotti (promulgato proprio ieri dal presidente Mattarella) alla legge sulle elezioni pulite; dal taglio dei vitalizi al decreto Dignità”.
Di certo, finora avete sempre risolto le divergenze con i vostri alleati. Non c’è alternativa a questo Governo?
“Siamo la prima forza politica del Paese e abbiamo tutto l’interesse a portare avanti questo Governo. Con senso di responsabilità vogliamo concretizzare tutte le misure del contratto di governo. Quando avremo realizzato ogni singolo punto dell’accordo, i tempi saranno maturi per il passo successivo”.
Inutile girarci intorno, la campagna elettorale per le Europee è, di fatto, già in corso: per i Cinque Stelle, che sono ormai una forza di Governo, l’asse con i Gilet Gialli francesi, che sono al contrario un movimento di protesta, non rischia di essere controproducente?
“Il messaggio di Luigi di Maio ha un significato preciso: aprire a un movimento come quello dei gilet gialli, mettendo a disposizione la piattaforma Rousseau, vuol dire stimolare i francesi ad azioni non più solo di protesta, ma programmatiche. Del resto, anche noi siamo un movimento che nasce nelle piazze. Chissà che non diventino in futuro anche loro una forza di Governo proprio come abbiamo fatto noi? Alle europee avremo una prima risposta; intanto ribadiamo ancora una volta che non è ai violenti che ci rivolgiamo, ma a quanti manifestano civilmente per i propri diritti”.