La sinistra tenta di diventare protagonista nel dibattito politico sul Tav, come era avvenuto nei giorni scorsi con l’appoggio ai sindaci “del no” al decreto sicurezza e immigrazione. Ed è di nuovo un governatore, quello dem della Lombardia, Sergio Chiamparino, a tirare le fila proponendo un referendum consultivo sulla Torino-Lione nelle regioni del Nord nel caso in cui il Governo decida di bloccare l’opera. Una proposta sostenuto anche dal governatore del Piemonte, il forzista Attilio Fontana.
“Il governo non ha più alibi – ha dichiarato Chiamparino -: i dati tecnici ci sono, li completi e decida. Se dirà no alla Tav, chiederò al Consiglio regionale di indire con apposita legge un referendum consultivo al quale, se lo riterranno, potranno unirsi i colleghi di Veneto, Lombardia, Valle d’Aosta, e Liguria, in modo da avere una grande giornata in cui tutto il Nord Italia si pronunci su un eventuale decisione di bloccare la Tav”.
Sull’ipotesi di un referendum il vicepremier Matteo Salvini ha affermato che “nessuno vorrebbe né potrebbe fermarne una richiesta”. “Non potrebbero fermarlo di sicuro – ha spiegato poi lo stesso governatore del Piemonte – perché a indirlo sarebbero i Consigli regionali. Sul fatto che non si dovrebbe, invece, è una questione di valutazione politica, che attiene alle non poche questioni irrisolte – ha concluso Chiamaparino – oggetto di lite all’interno del governo”.
“Ribadisco quello che ho sempre detto: la Tav è un’opera che serve e che va fatta. Se per raggiungere questo obiettivo è necessario un referendum faremo anche questo”, ha dichiarato, invece, il presidente della Regione Lombardia Fontana commentando la proposta Chiamparino di referendum consultivo nel caso in cui il governo decida il no al Tav.