La Manovra appena approvata dal Governo prevede quest’anno incassi per un miliardo dalla vendita di pezzi del patrimonio immobiliare dello Stato. Ma al di là del momento non proprio favorevole per il mattone e, soprattutto, le deludenti esperienze del passato, la maxi dismissione immobiliare già registra il primo intoppo. Una denuncia appena inviata alla Corte dei Conti denuncia infatti l’incompatibilità del nuovo presidente di Invimit, Nuccio Altieri (nella foto), con l’incarico conferito dal Ministero dell’Economia e Finanze. Altieri è infatti un ex deputato pugliese del gruppo di Raffaele Fitto, transitato prima delle ultime elezioni nelle fila della Lega di Matteo Salvini, che lo ha candidato alla Camera nel collegio uninominale di Monopoli, dove però non è stato eletto.
Il “risarcimento” della nomina in una importante società pubblica non avrebbe nulla di strano o di diverso da una prassi del passato se non fosse che Invimit è una Sgr – cioè una Società di gestione del risparmio – vigilata dalla Banca d’Italia e con precise prescrizioni di legge per la governance. I presidenti di questo genere di società devono infatti obbligatoriamente avere alle spalle almeno cinque anni di esperienza con ruoli apicali nel settore bancario o finanziario. Requisito di cui non c’è traccia nella storia professionale di Altieri, dove invece resta la curiosità del regalo chiesto agli amici per le nozze, quando suggerì di avere in dono un trullo.
Ora non è chiaro cosa possano fare i giudici contabili di fronte alla presunta inadeguatezza dei titoli di Altieri, così come non è prevedibile come reagirà Bankitalia una volta venuta a conoscenza del curriculum, al momento impossibile da trovare sul sito di Invimit, fino a ieri sera in aggiornamento nella sezione relativa ai vertici aziendali. Mentre si apre una fase già controversa nell’avvicendamento tra Altieri e il precedente presidente, l’altro pugliese Massimo Ferrarese, l’ex amministratore delegato della stessa società Elisabetta Spitz si è spostata di pochi metri, da via Santa Maria in Via a via del Tritone, dove la Banca d’Italia ha ritenuto di affidarle l’incarico di commissario in Sorgente Sgr, la società dell’immobiliarista Valter Mainetti finita in un contenzioso milionario con l’Enasarco, l’Ente di previdenza dei commercianti.
Una scelta anche in questo caso sorprendente, visto che la Spitz dopo le importanti cartolarizzazioni immobiliari Scip dei primi anni 2000 non ha poi portato a conclusione quasi nessuno dei compiti affidati dallo Stato a Invimit, Sgr che di fatto è una delle principali responsabili del fallimento delle dismissioni pubbliche almeno degli ultimi cinque anni. Ex moglie del deputato di lungo corso (prima Dc, poi Udc e infine Pd) Marco Follini, la Spitz ha trovato così un nuovo incarico anche nei tempi del Governo del cambiamento, per quanto grazie a una decisione presa nell’autonomia della Banca d’Italia. Ora sarà commissario straordinario di Sorgente Sgr, controllata da Sorgente Group che ha in pancia, tra molto altro, anche il quotidiano con tendenza a Sinistra Il Foglio.