Altri sindaci si schierano con il primo cittadino di Palermo, Leoluca Orlando, che questa mattina ha disposto di non applicare le misure previste dal decreto sicurezza e immigrazione per quanto riguarda le norme che negano la facoltà ai comuni di concedere la residenza a chi ha un permesso di soggiorno. Nel mirino di Orlando, protagonista di un lungo duello a distanza con il ministro dell’Interno Matteo Salvini, è finito l’articolo 13 delle legge 132 del 2018 che stabilisce che il permesso di soggiorno rilasciato al richiedente asilo, pur rimanendo un documento di riconoscimento, non è sufficiente per iscriversi all’anagrafe e quindi per ottenere la residenza. Il sindaco di Palermo ha definito il decreto sicurezza un provvedimento “disumano e criminogeno”.
Con Orlando si sono schierati al momento altri tre importanti sindaci, quello di Napoli, Luigi de Magistris, quello di Firenze, Dario Nardella, e quello di Parma, Federico Pizzarotti. “Da quando amministriamo Napoli – ha detto de Magistris – abbiamo sempre e solo interpretato le leggi ordinarie in maniera costituzionalmente orientata. Noi continueremo a concedere la residenza e non c’è bisogno di un ordine del sindaco o di una delibera perché in questa amministrazione c’è il valore condiviso di interpretare le leggi in maniera costituzionalmente orientata e là dove c’è un dubbio giuridico, un’interpretazione distorta o una volontà politica nazionale che tende invece a violare le leggi costituzionali o a discriminare in base a un motivo di tipo razziale, noi non possiamo che andare in direzione completamente opposta rispetto a questo diktat proveniente da Roma”.
“Firenze non si piegherà al ricatto contenuto”, ha detto, invece, Nardella, nel decreto sicurezza “che espelle migranti richiedenti asilo e senza rimpatriarli li getta in mezzo alle strade”. “Il fatto grave del decreto è che individua un problema ma non trova una soluzione. Ci rimboccheremo le maniche – ha aggiunto Nardella – perché Firenze è città della legalità e dell’accoglienza, e quindi in modo legale troveremo una soluzione per questi migranti, fino a quando non sarà lo Stato in via definitiva a trovare quella più appropriata”.
“Come Comune – ha detto ancora il sindaco di Firenze – ci prenderemo l’impegno di non lasciare nessuno in mezzo alla strada, anche se questo comporterà per noi un sacrificio in termini di risorse economiche. Non possiamo permetterci di assistere a questo scempio umanitario. Riteniamo che molti di questi migranti siano persone animate da buonissime intenzioni, che vogliono fare qualcosa di positivo per questo paese e che magari potrebbero essere integrate in modo corretto”.
“Dal punto di vista politico sono assolutamente d’accordo che si debba affrontare il problema, visto che il decreto sicurezza lascia aperto un vulnus rispetto a stranieri e richiedenti asilo che non riescono a fare le cose più basilari”, ha sottolineato il sindaco di Parma Pizzarotti. “Dal punto di vista amministrativo – ha aggiunto – non è chiaro come faccia Orlando a chiedere agli uffici di non applicare una legge. I funzionari applicano le leggi – ha affermato Pizzarotti – e oggi le leggi prevedono questo: non si capisce qual è l’atto amministrativo con cui si possa sospendere una legge dello Stato. Bisogna capire qual è il percorso. Detto questo, quello che pone Orlando è sicuramente un tema che va affrontato, anche come Anci, perché il problema determinato dal decreto sicurezza ricade su tutti”.
“Il sindaco Orlando lancia la disobbedienza sulla Legge Salvini. Vedremo, e sarà innanzitutto Beppe Sala a decidere, nelle prossime settimane come comportarci”, ha commentato su Facebook l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino. “Certamente due cose possiamo già sottolinearle – ha aggiunto -: Non abbiamo nessuna intenzione di togliere l’iscrizione anagrafica ai richiedenti asilo che la hanno già fatta. Legge o non Legge. In queste settimane stiamo accogliendo nei centri per senzatetto italiani e stranieri. E per gli stranieri non ci poniamo certo il problema se siano regolari o meno. Meglio ospitarli nei centri – ha concluso – che saperli per strada”.
In serata il ministro Salvini è tornato sull’argomento dichiarando che alcuni sindaci “hanno mangiato pesante a Capodanno”. “E’ un torto ai tanti palermitani e napoletani – ha aggiunto il vicepremier ai microfoni del Gr1 – che hanno problemi veri, reali e quotidiani”. I sindaci, ha poi concluso Salvini, “ne risponderanno personalmente, legalmente, penalmente e civilmente perché è una legge dello Stato che mette ordine e regole”.