di Monica Setta
La sua ricetta in 7 punti per rifondare il sistema economico italiano è rovesciare 7 gap in 7 vantaggi competitivi per l’Italia. Ci lavora da anni, Riccardo Illy, anche se ha detto addio alla politica per tornare in azienda a fare il suo mestiere di imprenditore. Da tempo non parla più di politica, ma per La Notizia fa un’eccezione e ha accetta di commentare i primi provvedimenti del governo Letta lanciando una proposta choc: vendere la rete Terna e Snam, successivamente le quote in portafoglio al Tesoro di Eni ed Enel. Obiettivo: fare cassa per finanziare l’enorme debito pubblico dell’Italia e ridurre i prezzi dell’energia in seguito al processo di privatizzazione/liberalizzazione delle stesse imprese.
Condivide l’allarme lanciato da Giorgio Squinzi all’ultima assemblea di Confindustria?
“Squinzi ha fatto una fotografia dell’economia italiana. Al nord, ha ragione lui, siamo sull’orlo del baratro. Pochi ricordano che quando ė arrivato Mario Monti l’ipotesi del “default” era tutt’altro che remota. Inizialmente il governo dei tecnici ha fatto bene, poi ha commesso molti errori compromettendo la ripresa economica. Ecco mi viene in mente una metafora. Il piano inclinato dell’economia è diventato oggi una discesa ancor più ripida, pericolosa. Diventa così essenziale riuscire ad invertire subito la tendenza”.
Ma siamo ancora in tempo?
“Direi di si, la parte della relazione di Squinzi che mi è piaciuta di piu è proprio quella improntata a un sano ottimismo, alla consapevolezza delle nostre capacita. Ma abbiamo bisogno di liberare le nostre risorse migliori superando 7 svantaggi competitivi che bloccano la nostra crescita”.
Quali sono questi 7 gap che frenano la ripresa del sistema Italia?
“Al primo posto c’è il fisco, poi i tassi di interesse e il debito. Al quarto posto l’eccessivo peso della burocrazia, quindi gli oneri previdenziali che pesano per il 40 per cento sul costo del lavoro, la carenza di infrastrutture e la scarsa entità di investimenti in ricerca: l’Italia ha il tasso più basso in Europa. Pensi che abbiamo la metà dei laureati rispetto al resto dei paesi occidentali! Su questi svantaggi sostanziali per oltre venti anni è stato fatto poco o nulla perciò la situazione generale non ė mai davvero cambiata”.
Dei provvedimenti adottati dal governo Letta nei primi 100 giorni che pensa?
“Penso con franchezza che anche il governo attuale sta dimostrando poca fermezza. Annunci, d’accordo, ma se non mettiamo mano alle riforme strutturali, le proiezioni economiche resteranno negative anche per il 2014. Le aziende continueranno a chiudere e chi oggi ė in cassa integrazione domani resterà addirittura senza posto di lavoro”
Che obietta al governo Letta che ha già sospeso la rata di giugno dell’Imu lanciando un piano per l’occupazione giovanile?
“Che si tratta di provvedimenti sospensivi; non risolutivi. E se c’ė un nemico della fiducia questo ė l’incertezza. Che cosa sappiamo dell’Imu? Niente, forse la pagheremo successivamente, di sicuro non è stata pronunciata una parola chiara o definitiva. Logico dunque che i consumi non ripartano e che il paese sia congelato. E poi non non ho ancora sentito qualcosa di netto a proposito della legge elettorale. È necessaria una nuova legge che garantisca non solo una “maggioranza” ma una maggioranza omogenea. L’ingovernabilità che è poi il vero male dell’Italia ė frutto di coalizioni composte da partiti con visioni divergenti. Negli anni sono state approvate leggi scritte in modo così vago e ambiguo che tutti potevano leggerci dentro ciò che volevano. Il parlamento ha abdicato a favore della magistratura, ė un dato di fatto. La cosa che mi fa sorridere è Berlusconi che si lamenta dello strapotere dei giudici. Ma chi ha fatto leggi tanto ambigue da richiedere l’interpretazione dei magistrati, se non lui che è stato al governo?”.
Lei propone di privatizzare Terna e la rete Snam che, una volta messe sul mercato, avranno interesse a creare concorrenza spingendo sugli investimenti per le infrastrutture. Ė così?
“Giusto. Ma propongo anche successivamente che il Tesoro si liberi delle azioni Enel ed Eni con l’obiettivo di ridurre il debito e i prezzi dell’energia in seguito al processo di liberalizzazione. E poi bisogna mettere mano in modo serio alla riforma del lavoro rivedendo la legge Fornero. A che serve oggi il Tfr (trattamento di fine rapporto)? Piuttosto incentiviamo detassando gli utili reinvestiti e le aziende ad assumere. Il tema principale ė il lavoro. Senza affrontare questo nodo non si riparte con nessun governo”.